Il successo della ricostruzione post-sisma nelle zone colpite dipende in gran parte dalla rimozione delle macerie che ingombrano ancora le strade delle cittadine e dei borghi colpiti. Secondo una stima di Legambiente, nelle quattro regioni, Lazio, Marche, Umbria e Abruzzo, infatti, restano ancora da rimuovere 2,4 milioni di tonnellate di macerie. Lo stesso presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, nel corso della sua ultima visita ai Comuni del cratere, ha ammesso che “questo è il problema dei problemi, e fino a quando i materiali – quel che resta dei crolli – non saranno portati via non si potrà parlare davvero di ripartenza”. Sono stati stanziati dal Governo cento milioni di euro per questo scopo, previsti dal Dl Sud. Nel complesso la situazione appare variegata, a macchia di leopardo. Nelle Marche, ad esempio, sono state tolte a oggi “125 mila tonnellate di macerie”, secondo il presidente della Regione Luca Ceriscioli. Sono totalmente libere le strade su 44 dei 52 Comuni del cratere che hanno dichiarato la presenza di macerie nel proprio territorio. Si va normalizzando anche la situazione relativa all’emissione di ordinanze da parte dei Sindaci per le demolizioni di sicurezza, consentendo così l’agibilità di tutte le vie di comunicazione. Ad Arquata del Tronto sono state rimosse 58.204,70 tonnellate di macerie. A Pescara del Tronto, Tufo e Capodacqua, invece, ci sono ancora macerie miste su area pubblica e su area privata e questo le rende ancora impraticabili. Il ritmo giornaliero di rimozione è di circa 2.000 tonnellate, destinato a crescere, perché sono in allestimento altri due siti di raccolta oltre ai tre già operanti.
Intanto, ha iniziato a operare anche il Genio dell’Esercito, che interviene con un contingente di 100 militari nella sola provincia di Ascoli Piceno. Altri cento uomini sono stati assegnati alla provincia di Macerata, altrettanti alle province a cavallo di Lazio e Abruzzo. Per i primi di settembre, dovrebbero essere operativi 300 uomini, con 190 mezzi. Si potrà di conseguenza procedere alla rimozione delle macerie, a un ritmo stimato di 500 tonnellate al giorno, grazie alle ordinanze dei Sindaci e alle liberatorie rilasciate dai proprietari degli edifici crollati.
Nel Lazio, secondo una stima della Regione, è di oltre un milione 200 mila tonnellate la quantità di macerie che dovrà essere rimosse dai due Comuni reatini colpiti dal sisma della scorsa estate. Il dato tiene conto sia delle macerie pubbliche sia di quelle private. Di queste, a un anno dal terremoto, ne sono state rimosse e conferite circa 110.000 tonnellate. Ad Amatrice e Accumoli sono state già recuperate 92.438 tonnellate di macerie pubbliche, di cui 17.093 trasferite nel deposito di Vallicelle di Accumoli e 75.345 in quello di Carpelone di Posta. Dai due depositi sono state già trasferite verso gli impianti di recupero circa 960 tonnellate tra ferro, legno e materiali misti. Per quanto riguarda le macerie da demolizioni private – per la rimozione delle quali la Regione Lazio ha già bandito e assegnato una prima gara del valore di 10 milioni di euro – è in corso il recupero di una quantità variabile tra le 1.000 e le 1.500 tonnellate al giorno. Finora si stima che ne siano state rimosse circa 15.000. E’ in corso in tutta l’area del cratere sismico reatino anche la rimozione dell’amianto, in seguito a una specifica gara bandita dalla Regione Lazio a ottobre 2016, che finora ha consentito di bonificare e smaltire circa 48 tonnellate di rifiuti pericolosi. L’assessore marchigiano Angelo Sciapichetti ha fatto sapere che “la Regione sta smaltendo l’amianto seguendo le procedure operative e documentali previste dalle norme specifiche sulla gestione di questo materiale pericoloso. Ad oggi, le quantità di amianto complessivamente rinvenute in fase di preselezione della raccolta sono pari a 10 tonnellate su oltre 100mila smaltite”.