Prosegue il lavoro di restauro e recupero del prezioso patrimonio danneggiato dai terremoti che hanno colpito recentemente l’Italia centrale. Si registrano a oggi quasi mille interventi di messa in sicurezza completati, oltre 17.000 beni artistici o archeologici recuperati, 4.513 metri lineari di archivi e 9.743 volumi salvati dalle macerie. Con più di 600 tecnici al lavoro, 80 dei quali sul campo anche ad agosto. Questo il primo bilancio delle operazioni di salvataggio realizzate a circa un anno di distanza dal sisma. Si aggiunge, inoltre, l’annuncio della partenza, a giorni, di un piano di restauro da oltre cento milioni di euro. Risorse che verranno concentrate all’inizio sui monumenti icona. Lo anticipa il segretario generale del Mibact, Antonella Pasqua Recchia. Si partirà dalla Cattedrale di San Benedetto a Norcia per poi coinvolgere le chiese simbolo di Amatrice San Francesco e Sant’Agostino, la Cattedrale di Camerino, la Collegiata di San Genesio a Macerata e il Santuario di Macereto a Visso.
“Da quel 24 di agosto non ci siamo fermati un momento – risponde alle accuse mosse sul ritardo degli interventi Pasqua Recchia – Bisogna tenere conto che questo terremoto è stato particolarmente distruttivo – spiega – con interi centri storici cancellati o pesantemente danneggiati, una devastazione senza precedenti”. L’arte è stata più colpita nelle Marche, da dove continuano ad arrivare segnalazioni”, fa notare ancora il segretario generale e illustra una serie di altri dati riguardanti le realtà devastate dal terremoto. “Ad oggi i beni culturali danneggiati nella regione che ha dato i natali a Giacomo Leopardi, sono 2456, il doppio rispetto all’Umbria (1150), che è seguita da Abruzzo (742) e Lazio (473). Il Mibact – ricorda Recchia – è chiamato a occuparsi in particolare dei beni ecclesiastici (che del resto sono la maggioranza, basti pensare alle 100 chiese di Amatrice), perché dei tesori d’arte pubblici si occuperanno i singoli Comuni, sempre con la supervisione della soprintendenza. Entro l’estate si conta di chiudere il capitolo delle verifiche (ne restano circa 200) e intanto si punta a completare le opere di messa in sicurezza e il consolidamento degli affreschi prima che arrivi un nuovo inverno, nonché a mettere in salvo gli organi delle chiese, per i quali è stata approntata una squadra di specialisti. Tant’è, con il piano da cento milioni entra nel vivo l’operazione restauri per le chiese più importanti. Anche qui ci vorranno tempi lunghi. Si parte con i bandi per le progettazioni, poi ci saranno quelli per l’affidamento dei lavori – avverte Recchia – sono operazioni impegnative e costose che vanno fatte per bene”. Intanto è pronto l’elenco degli interventi definitivi, circa 200, per i lavori sotto i 300 mila euro. Quadri, arredi, sculture e crocifissi sono invece al riparo nei depositi, dove via via verranno restaurati per essere alla fine riportati nei Comuni d’origine. “La nostra indicazione – conclude Recchia – rimane quella di recuperare almeno l’impianto urbano dei centri storici e di restituire alla popolazione i tesori della loro cultura. Da parte nostra faremo tutto il possibile”.