Un sistema virtuoso di cooperazione tra pubblico e privato ha garantito la tutela del fragile equilibrio lagunare in seguito all’abbandono delle maestranze e del presidio di sicurezza degli impianti Vinyls, verificatosi durante il 2013 nell’area di Porto Marghera. A metterlo in evidenza sono stati i vertici della prefettura di Venezia che già da tempo hanno avviato un Tavolo tecnico interistituzionale, con il coinvolgimento degli enti del sistema di Protezione civile e delle aziende interessate, per riuscire a fronteggiare una vera e propria emergenza ambientale.
Il progetto unitario di bonifica delle acque di falda e il compimento delle operazioni di demolizione della torre “CV22 Vinyls” sono stati eseguiti con successo. Negli ultimi anni alle operazioni di messa in sicurezza dell’area, comprendente interventi di emergenza di captazione ed il convogliamento delle acque meteoriche (per evitare gli sversamenti in laguna di prodotti clorurati), i trattamenti effettuati su circa di 5.000 tonnellate di materiali, il piano di smaltimento dei rifiuti sparsi sull’intero sito, è seguita la fase di demolizione degli impianti che si prevede verrà conclusa nel mese di settembre.
Una volta terminate le attività di messa in sicurezza, il manufatto di raccolta delle acque meteoriche provenienti dalle aree precedentemente segregate sarà dotato di un presidio idraulico di pompaggio emergenziale in grado di convogliare le acque meteoriche, prive di clorurati, direttamente all’impianto SG31 per il loro allontanamento definitivo. Dopo un opportuno periodo di monitoraggio qualitativo delle acque allontanate si potrà optare per lo scarico diretto delle stesse nella Laguna di Venezia.
“Credo che oggi tutti noi stiamo vivendo due sentimenti contrastanti – ha detto l’assessore comunale allo Sviluppo economico, Simone Venturini: il primo è di dispiacere per l’epilogo occupazionale della vicenda Vinyls, l’amarezza per non essere riusciti a trovare una soluzione diversa e evitare la chiusura dello stabilimento che è costata il posto di lavoro a 250 persone e alle loro famiglie. Il secondo è un sentimento di soddisfazione per aver scritto un bel capitolo di collaborazione tra pubblico e privato nella gestione di una situazione che avrebbe potuto trasformarsi in un disastro ambientale. All’amarezza e alla soddisfazione – ha proseguito l’assessore – si aggiunge però anche un sentimento di speranza: grazie infatti alla rinnovata collaborazione tra Comune e Regione si intravedono oggi segnali di rinascita per il futuro di Porto Marghera, a cui molti investitori stanno guardando con interesse. C’è inoltre una rinnovata consapevolezza da parte del Governo, che speriamo poi si traduca in atti concreti, sul ruolo strategico di Porto Marghera nello scacchiere nazionale ed europeo. A novembre ripartirà la produzione della Pilkington, con 200 posti di lavoro: un primo grande segnale di un cambio di rotta e l’avvio di una fase di rilancio che servirà da modello per l’Italia e l’Europa”.