L’Unione europea e gli Stati membri sono Parti della Convenzione di Vienna per la protezione dello strato di ozono e del Protocollo di Montreal che – concordato nel 1987 da 197 Parti contraenti (ivi inclusa l’Ue e i suoi membri) – prevede l’eliminazione graduale della produzione e consumo delle sostanze che riducono lo strato di ozono. Ad oggi, del Protocollo di Montreal sono già stati approvati più emendamenti al fine di includere nel suo ambito di applicazione altre sostanze che, pur non riducendo lo strato di ozono, causano cambiamenti climatici: il quinto emendamento è stato adottato in occasione della 28ª riunione delle Parti tenutasi dal 10 al 15 ottobre 2016 a Kigali (Ruanda).
Il 2 febbraio 2017 la Commissione europea ha presentato una Proposta di Decisione del Consiglio che autorizza la conclusione dell’emendamento di Kigali – del Protocollo di Montreal – che garantirà la protezione del clima dagli idrofluorocarburi (HFC), potenti gas a effetto serra (i gas a effetto serra, pur non danneggiando lo strato di ozono, causano effetti significativi sul riscaldamento globale e la loro emissione nell’atmosfera contribuisce ai cambiamenti climatici).
Il Consiglio ha deciso di concludere l’emendamento e avviare il processo di ratifica l’11 maggio 2017. Successivamente, il Parlamento europeo ha dato la sua approvazione formale durante la plenaria del 5 luglio. Infine, il 17 luglio 2017, il Consiglio ha adottato – a nome dell’UE – una Decisione relativa all’emendamento di Kigali.
Questo emendamento stabilisce una serie di iniziative che le Parti del Protocollo di Montreal devono attuare, conformemente al loro sviluppo economico e sociale, al fine di ridurre progressivamente l’uso di HFC. Agli Stati membri dell’UE, come ad altri paesi sviluppati, è richiesto di procedere alle prime riduzioni nel 2019. Il regolamento adottato nel 2014 sui gas fluorurati a effetto serra ha consentito all’UE di cominciare già a ridurre gli HFC nel 2015. Sarà necessario rivedere tale regolamento per conformarsi all’emendamento di Kigali dopo il 2030. Fino ad allora può ancora essere applicata la legislazione dell’UE in vigore, che non solo è conforme agli obblighi previsti dal Protocollo di Montreal, ma prevede anche un calendario per la riduzione più rigoroso delle misure da attuare ai sensi del nuovo emendamento.
Con la Decisione del Consiglio del 17 luglio 2017 che entra in vigore immediatamente dopo l’adozione – dando un chiaro segnale della propria determinazione a guidare gli sforzi globali nella lotta ai cambiamenti climatici – l’UE è pronta alla ratifica formale. Gli Stati membri stanno attualmente seguendo le proprie procedure di ratifica, tenendo presente che devono anche ottenere l’approvazione dei rispettivi Parlamenti nazionali. L’emendamento entrerà in vigore il 1º gennaio 2019 dopo che sarà stato ratificato da almeno 20 Stati o organizzazioni regionali d’integrazione economica che sono parti contraenti al protocollo di Montreal. Se questa soglia non sarà raggiunta entro tale data, l’emendamento entrerà in vigore il 90º giorno successivo alla data in cui tale condizione sarà stata finalmente soddisfatta.