L’obiettivo dell’iniziativa è quello di favorire nei territori del Parco tra Toscana ed Emilia Romagna lo sviluppo di forme di lavoro a basso impatto, capaci di sostenere in montagna.
Slow Food Italia e Legambiente hanno siglato al Carta di Bagno di Romagna, definendo gli elementi fondamentali su cui è urgente intervenire, tra questi: la definizione di una gestione forestale attiva delle proprietà pubbliche e private, in grado di sviluppare una politica nazionale efficace e coordinata di tutela del patrimonio boschivo, capace di fornire un indirizzo di riferimento per le regioni nell’ambito della gestione sostenibile; la promozione di attività di formazione per gli operatori forestali, tanto da valorizzarne professionalità e competenze; garantire standard etici ed ambientali, la pianificazione e l’utilizzo sostenibile dei prodotti del bosco e del sottobosco, la crescita di filiere con cui contrastare il lavoro nero, l’illegalità e la scarsa pianificazione della risorsa boschiva nel nostro Paese.
Bagno di Romagna (FC) è un comune di circa di 6.100 abitanti sull’Appennino tosco-romagnolo. Parte del suo territorio è compreso nel Parco nazionale delle Foreste casentinesi, Monte Falterona e Campigna, all’interno del quale è presente la riserva naturale integrale di Sasso Fratino, la prima istituita in Italia ed una delle più pregiate d’Europa.
“Sulla gestione delle foreste – ha detto il presidente nazionale di Legambiente, Rossella Muroni – si svolge una sfida importante anche in relazione ai cambiamenti climatici. Le nostre foreste potrebbero infatti contribuire ancora di più, attraverso lo sviluppo di piani di adattamento, alla mitigazione di rischi legati al cambiamento climatico grazie all’assorbimento delle emissioni di CO2 se venissero gestite in maniera sostenibile e migliore e se si definisse una chiara politica forestale nazionale che punti sulla qualità e la sostenibilità dei nostri boschi. Con la Carta di Bagno di Romagna vogliamo ripartire con il definire una gestione sostenibile, coinvolgendo proprio chi conosce e vive questi territori”. “L’obiettivo dell’iniziativa – ha concluso Muroni – è quello di favorire nei territori del Parco tra Toscana ed Emilia Romagna lo sviluppo di forme di lavoro a basso impatto, capaci di sostenere in montagna quelle persone che da sempre ne hanno fatto il proprio naturale luogo di vita”.