Si è tenuta ieri presso la Sala della Lupa alla Camera dei deputati la presentazione della prima Relazione sulla revisione della spesa, tenuta dal commissario del Governo per la Spending review, Yoram Gutgeld. Sono intervenuti il presidente del Consiglio, Paolo Gentiloni, e il ministro dell’Economia, Pier Carlo Padoan. L’attività di revisione e razionalizzazione dei costi si è concentrata, in base alle indicazioni politiche del Governo, sulla spesa pubblica corrente a esclusione degli interessi sul debito e delle prestazioni assistenziali e previdenziali. Nel 2016, il relativo ammontare complessivo è stato pari a 368 miliardi di euro. La spesa corrente aggredibile al netto dei trasferimenti all’Ue e di partite di giro (imposte indirette alla produzione relativa alla stessa Pubblica Amministrazione; contributi alle energie rinnovabili che, in linea con le regole Sec 2010, passano attraverso il bilancio pubblico) è stata invece di 327,7 miliardi. Oltre il 90% della spesa corrente aggredibile è composta dal costo del personale e dagli acquisti di beni e servizi. Per entrambe le categorie è stato adoperato un approccio che coniuga un taglio dei capitoli di bilancio con interventi di efficientamento operativo.
Per quanto riguarda il costo del personale, il taglio dei capitoli di bilancio determinato dal blocco del turn over è stato accompagnato da una riorganizzazione e re-impiego di risorse. In riferimento all’acquisto di beni e servizi, invece, i tagli dei capitoli di spesa sono stati sostenuti con i benefici derivanti dall’insieme degli acquisti attraverso il Tavolo dei soggetti aggregatori, istituito dal decreto legge 66/2014, e dall’estensione del perimetro di attività Consip. Circa tre quarti della spesa corrente sono concentrati in cinque macro aree: sanità; comuni; sicurezza; istruzione; difesa. Le attività di revisione e razionalizzazione dei costi si sono concentrate sulle prime tre voci. Le ultime due macro aree sono state ritenute, invece, meno determinanti.
Per quanto riguarda l’istruzione, ambito in cui il costo del personale rappresenta oltre il 90% di quello complessivo, l’obiettivo del rafforzamento degli organici e delle competenze, che ha ispirato il progetto della buona scuola, ha circoscritto il potenziale di recupero di risorse rendendolo meno essenziale. In relazione alla difesa è stato tenuto conto del progetto della cosiddetta legge Di Paola (244/12), che prevede, lungo un percorso pluriennale, la riduzione degli organici delle forze armate da 220.000 unità (civili compresi) a 170.000 unità. In questa fase è stato ritenuto necessario assicurare la realizzazione di questa riforma, che sta procedendo nel rispetto dei tempi previsti dalla legge. Per entrambe le suddette macro aree sono stati applicati gli interventi trasversali, in particolare quelli riguardanti la razionalizzazione degli acquisti.