“Quando il numero dei migranti accolti in una città che ha aderito allo Sprar o è sede di un Cas o di un Cara supera la quota stabilita dall’accordo tra Anci e Viminale, i flussi vanno dirottati sui territori che accolgono meno. Le Prefetture devono rispettare gli impegni presi”. Queste le parole del sindaco di Bari e presidente dell’Anci, Antonio Decaro, in risposta ai giornalisti a proposito delle polemiche di queste ore relative all’accoglienza.
E sarebbero quasi seimila i posti in più messi a disposizione volontariamente dai Comuni per l’accoglienza dei migranti nell’ambito del Sistema di protezione per richiedenti asilo e rifugiati (Sprar). Secondo quanto risulta all’Adnkronos dai dati di Anci, l’accordo siglato tra Associazione nazionale dei Comuni italiani e Viminale sul piano di ripartizione dei richiedenti asilo e rifugiati riscuote consenso tra gli amministratori locali.
Alla prima scadenza del 31 marzo scorso, da parte dei Comuni sono arrivati 153 progetti che hanno messo complessivamente a disposizione 4.273 nuovi posti di accoglienza. Gli enti locali ammessi al finanziamento sono stati 99, con progetti per un totale di 2.871 posti: 88 progetti per 2.506 posti ordinari, quattro progetti per 40 posti per soggetti con necessità di assistenza sanitaria, sociale e domiciliare, specialistica e/o prolungata o con disagio mentale e/o psicologico, sette progetti per i minori non accompagnati per 325 posti.
Se a questi si aggiungono i 29 progetti già finanziati a decorrere dall’1 gennaio scorso e le richieste di ampliamento dei progetti da parte dei Comuni che già fanno parte della rete Sprar, si arriva ad un aumento di più di 5.000 posti, offerti volontariamente dai sindaci. Da considerare inoltre che la scadenza iniziale del 31 marzo è stata poi prorogata al 5 maggio e dunque ci sono altre domande in via di valutazione: Anci ipotizza che questi progetti potranno portare a un aumento di altri circa 1000 posti.