I dipendenti pubblici italiani? Sfaticati e inefficienti. Ma soprattutto: troppi. Quella dell’ipertrofia del pubblico impiego è una delle più tenaci leggende metropolitane sul sistema italiano. Resiste a ogni stagione politica, nonostante le evidenze che la smentiscono: sempre di meno e sempre più «vecchi». È una fotografia impietosa – in bianco e nero, verrebbe da ironizzare – quella dei dipendenti comunali. Un «parco umano» che dal 2009 a oggi si è assottigliato di circa cinquanta mila unità. Sono, inoltre, sempre più anziani, per un’età media che supera i 52 anni. E, dulcis in fundo, hanno i salari fermi da nove anni e ben al di sotto del costo della vita.
È questa l’istantanea dei dipendenti comunali, delle lavoratrici e dei lavoratori pubblici impegnati negli 8 mila comuni d’Italia, che affiora da un report della Fp Cgil Nazionale condotto sui dati del Conto annuale. Uno studio specifico a supporto di un’iniziativa in programma oggi a Roma, promossa dalla categoria dei lavoratori dei servizi pubblici della Cgil, sul tema ‘Comuni: Nuovi servizi e Contratto nazionale’.
Il report della Funzione Pubblica Cgil passa in rassegna lo stato in cui versano maestre, polizia locale, amministrativi e altro ancora, ovvero tutto il vasto mondo del lavoro ‘comunale’, prendendo come riferimento l’ultimo anno disponibile (2015) con l’anno dell’ultimo rinnovo contrattuale (2009). Un segmento del lavoro pubblico che, osserva il segretario nazionale della Fp Cgil, Federico Bozzanca, “come l’intero mondo pubblico, si è profondamente indebolito in questi anni per effetto del blocco della contrattazione, così come del turn over, insieme ai tagli lineari, che hanno impedito allo stesso tempo la costruzione di nuovi servizi, l’estensione e l’ampliamento dell’offerta degli stessi, per rispondere alle nuove domande dei cittadini”.
I dati rielaborati dalla Fp Cgil, infatti, mostrano come dal 2009 si sia registrato nei comuni un consistente calo dell’occupazione: i dipendenti comunali sono passati da 394.177 nel 2009 a 346.123 nel 2015, per una diminuzione dell’organico di 48.054 pari al 12%. Allo stesso tempo è aumentata progressivamente l’età media, arrivata a 52 anni, a fronte dei 48 anni del 2009, e ben oltre quella media dell’intero settore pubblico che sfiora i 50. Quanto al tasso di invecchiamento, lungo questo trend il numero di dipendenti over 60 nei comuni nel corso del periodo 2009-2015 è triplicato, passando da 23.324 a 61.050.
In sostanza, i senior rappresentano circa un quinto del totale dei dipendenti comunali: una grossa fetta di personale che si avvicina all’età pensionabile. Sul fronte salario, se nel 2009 la retribuzione media complessiva era di 28.696 euro annui nel 2015 è invece scesa a 28.068 euro. Nello specifico la parte accessoria è passata da 5.489 nel 2009 euro a 4.784 nel 2015. Salari che quindi non hanno seguito le dinamiche crescenti del costo della vita: nello stesso periodo di riferimento l’inflazione ha registrato, infatti, una crescita del 9,2%.
Da rimarcare infine l’andamento del livello di specializzazione professionale all’interno dei comuni. Nel 2009 i dipendenti comunali laureati erano 60.911. Fenomeno in aumento, che è arrivato nel 2015 a contare 62.460 laureati. Dati che dimostrano, secondo Bozzanca, “come all’indomani dell’approvazione del decreto di modifica del testo unico del pubblico impiego, e alla vigilia dell’apertura della stagione contrattuale, non sia più rimandabile investire sul lavoro, sulla sua valorizzazione e sullo sviluppo professionale, puntando sulla qualificazione del personale, sulla contrattazione integrativa e sul miglioramento della condizioni di lavoro”.
La seconda parte della giornata – attraverso una tavola rotonda in programma alle 15 – rappresenterà un momento di dibattito e confronto con le istituzioni e la politica sulle questioni della riforma Madia e del rinnovo dei contratti pubblici. Interverranno il sottosegretario alla Pubblica amministrazione, Angelo Rughetti; il presidente dell’Aran, Sergio Gasparrini; un rappresentante dell’Anci; la segretaria generale della Fp Cgil, Serena Sorrentino. Le conclusioni della giornata saranno affidate al segretario confederale della Cgil, Franco Martini.