La voglia irrefrenabile di immortalarsi davanti allo specchio non si ferma nemmeno davanti alla tragedia. Amatrice è purtroppo solo l’ultima località meta di quel misto tra voyeurismo e cinismo che contraddistingue il “turismo dell’orrore”: il selfie macabro.
Una Pasqua particolare, quella delle zone terremotate del Centro Italia. In attesa della stagione della ricostruzione piena, nella speranza che le comunità colpite possano ripartire per rimettere in piedi un intero pezzo di nazione, è stato il sindaco di Amatrice, Sergio Pirozzi a commentare il momento della collettività in questa fase storica delicata.
“Io invito la gente a venire qui per vivere le nostre montagne, il nostro ambiente che sono straordinari. Ma nessuno venga qui a farsi i selfie sulle macerie perché un po’ mi incazzo”. Queste le parole del sindaco Sergio Pirozzi che, intervenendo in diretta al Tg3, ha chiesto a gran voce a turisti e curiosi di evitare di recarsi sui luoghi colpiti dal terremoto del 24 agosto per scattarsi una foto ricordo con le macerie dietro.
Sarebbe poco rispettoso nei confronti di tutte quelle famiglie distrutte, delle vittime di un sisma che ha spazzato via interi paesi e che ha messo in ginocchio l’Italia.. “Oggi ne ho visto qualcuno e – ha raccontato Pirozzi – l’ho scacciato in malo modo. Nessuno venga a farsi le foto sulle macerie di questa terra”.
Intanto Amatrice prova a tornare alla normalità. “La situazione attuale, dopo alcuni mesi dal terremoto, continua ad essere molto precaria“ è il grido d’allarme, a Radio Vaticana, del vescovo di Ascoli Piceno Giovanni D’Ercole. “Credo che il bisogno più grande che la gente ha in questo momento sia quello di speranza e prospettive perché il tempo passa e forse le promesse fanno fatica a diventare realtà. Così guardano al futuro con una certa diffidenza e paura. Hanno bisogno di qualche certezza, che qualcuno sia accanto a loro. Le istituzioni sono state presenti, non me la sento di dire che sono mancate, anzi hanno fatto il possibile ma credo che l’intervento da porre in atto sia stato tanto vasto che non si arriva a tutto” ha aggiunto. Oggi, dunque, c’è “necessità di sicurezza, tranquillità e fiducia”, ha dichiarato l’arcivescovo di Spoleto-Norcia.