Ieri sono morte 27 persone e 78 sono rimaste ferite nell’esplosione che si è verificata nella chiesa di Mar Girgis a Tanta, 120 chilometri a Nord del Cairo. La deflagrazione è avvenuta poco prima delle ore 10, mentre la comunità cristiana copta assisteva alla messa della domenica che introduce la settimana santa. Qualche ora dopo in una seconda deflagrazione, che è avvenuta nei pressi della chiesa di San Marco ad Alessandria d’Egitto, sono morte altre 17 persone e 48 sono state ferite.
Entrambi gli attentati, nei quali hanno perso la vita 44 persone, sono stati rivendicati dall’Is attraverso il proprio organo di propaganda Amaq, come si legge su Twitter.
Con una dichiarazione solenne in televisione, il presidente egiziano Abdel-Fattah al-Sisi ha dichiarato lo stato di emergenza per tre mesi, per “proteggere” e “preservare” il Paese, e ha convocato una riunione d’emergenza del Consiglio nazionale di Difesa. L’organo discuterà “le conseguenze” e le misure da adottare dopo gli attacchi di ieri.
In Egitto, il 28 e 29 aprile è prevista la visita di papa Francesco.