Mangiare una pesca e buttare via il nocciolo va da sé, ma non è sempre così. I noccioli di pesca e di albicocca possono, infatti, essere riutilizzati nell’industria alimentare, cosmetica e farmaceutica o trasformati in energia per gli impianti di combustione e biogas. Ma non è tutto. Anche il sale usato nella preparazione delle carni può essere reimpiegato come antigelo sulle strade. A fare da apripista è l’Emilia Romagna, che si conferma in prima linea nel contrasto allo spreco e mette in campo azioni innovative per trasformare in realtà quell’idea di economia circolare secondo la quale nulla si butta e tutto diventa risorsa.
Di questo si è parlato a Bologna durante l’evento “Sprecozero day”, l’iniziativa per presentare le esperienze più innovative messe in campo su scala nazionale e regionale per la riduzione degli sprechi. Ma cos’è l’elenco dei sottoprodotti? Con la legge sull’economia circolare (legge regionale 15/2016) è stato istituito il coordinamento permanente sottoprodotti, un organismo composto da tecnici regionali e di Arpa Emilia Romagna; rappresentanti del Tavolo regionale dell’imprenditoria, di Confindustria e di Coldiretti, con il compito di definire buone pratiche tecniche e gestionali per individuare sottoprodotti nell’ambito dei diversi cicli produttivi. Dell’elenco possono far parte le imprese il cui processo di produzione, le sostanze o gli oggetti che ne derivano, abbiano i requisiti previsti per i sottoprodotti da utilizzare nell’economia circolare. L’Emilia Romagna è stata la prima regione in Italia ad istituire l’elenco dei sottoprodotti che, anziché essere considerati rifiuti, possono diventare risorse per nuove filiere di produzione.