Ieri sera si è chiuso il carnevale 2017, anche se in alcune città, soprattutto della Lombardia, i carri del Carnevale proseguiranno fino al 5 marzo. Infatti da oggi ha inizio la Quaresima con il Mercoledì delle Ceneri e cisi addentra pian pianino verso la festività pasquale. Una chiusura, quella del martedì grasso, segnata da numeri economici in positivo. A dirlo è una ricerca delle imprese artigiane, la Cna, che ha valutato in 200 mln di euro il giro d’affari generato dalla festa. Numeri importanti se si pensa a ciò che accade nel resto del Mondo. Il Carnevale più famoso al mondo, quello brasiliano, ed in particolare quello famosissimo del Sambodromo di Rio de Janeiro, è in crisi piena, tanto che il consueto tutto esaurito non si è verificato. In Italia i numeri ci dicono, in controtendenza, che vi è un indotto da record.
Ovviamente in testa vi è il Carnevale di Venezia, con un giro d’affari che è di 55 milioni di euro, a seguire Viareggio (con 26 mln di fatturato) ed Ivrea con 2,5 mln di euro. I numeri di cui parla la Cna si riferiscono all’indotto turistico e all’attività artigianale che sono i cardini dell’economia carnevalesca.
Per fare un esempio, solo per Viareggio, la Cna ha evidenziato numeri impressionanti. Infatti, nella capitale balneare del turismo toscano il giro d’affari è stato, come detto all’inizio, di 26 mln di euro. Nel dettaglio, sono aumentati i biglietti che si attestano intorno al +15% rispetto all’anno scorso, pari a un valore di circa due milioni di euro. Solamente nelle prime due sfilate di apertura del Carnevale sono stati venduti circa 27mila biglietti (2.500 in più dell’edizione 2016) per un incasso di 665mila euro, di gran lunga il più elevato degli ultimi anni. Per produrre la sfilata sul lungomare liberty di Viareggio ci sono voluti 13 carri. Nove di questi carri erano di prima categoria, ovverosia superavano i venti metri di altezza e i dodici di larghezza e potevano ospitare fino a 250 figuranti. I restanti quattro erano di seconda di categoria.
Il costo per la realizzazione di un carro di prima categoria si avvicina, solitamente, ai 120mila euro, mentre quello di seconda è di circa 50mila euro. 100mila euro è, invece, il controvalore economico dei gruppi mascherati e delle maschere isolate che ruotano attorno al carro. Per creare un carro ci sono voluti sei mesi per circa 220 ore di lavoro mensili trascorse nella Cittadella del Carnevale, il complesso architettonico creato nel 2001. Sono numeri, questi, impressionanti che rendono però che cosa ruota attorno ad un evento che a volte ci si dimentica essere di fondamentale importanza per l’economia italiana e soprattutto di quelle aree dove il Carnevale è parte integrante della propria cultura.