Un fermo no è stato ribadito dalla Regione Basilicata ad ogni ipotesi di localizzazione del deposito nucleare nazionale sul proprio territorio. È emerso ieri nel corso della riunione del Tavolo della trasparenza con i rappresentanti di Ispra, Sogin e Arpab. «La Basilicata ha già dato molto al Paese in termini di fabbisogno energetico», ha sottolineato l’assessore all’ambiente Aldo Berlinguer. Proprio nei giorni scorsi a Scanzano Jonico è stata ricordata la battaglia vinta nel 2003 contro il decreto legge che sceglieva il Comune materano per il deposito geologico nazionale. I Comuni di Craco ed Anzi hanno già deliberato la non candidabilità a tenere sul proprio territorio il deposito nazionale, inoltre l’associazione «Scanziamo le scorie» ha inviato ad altri Comuni lucani un ordine del giorno da approvare nei rispettivi consigli comunali. Quanto alle eredità del nucleare in Basilicata, nel tavolo della trasparenza è emersa la necesità di intensificare i momenti di confronto e comunicazione rivolta al territorio sull’attività di smantellamento (decommissioning) dell’impianto Itrec di Rotondella (Matera). L’assessore Berlinguer ha annunciato per gennaio un sopralluogo all’interno dell’impianto per osservare che l’avanzamento dei lavori garantisce «la massima sicurezza». Sono quattro i progetti in atto: la bonifica del deposito interrato (denominato fossa 7.1); la realizzazione di un impianto di cementazione con annesso deposito temporaneo; la sistemazione a secco del combustibile Elk-River; il progetto «Siris» per la sistemazione e il trattamento dei rifiuti solidi pregressi.