Venti delle più importanti regioni vitivinicole del mondo, per garantire la tutela dei vini a denominazione sui mercati internazionali e per difenderli da falsi e contraffazioni, hanno promosso una ‘declaration’.
L’iniziativa è stata illustrata a Firenze nel corso di Chianti Classico Collection, l’anteprima delle nuove annate, dal consorzio del Gallo nero insieme, tra gli altri, al Comitè Champagne. Ad aderire anche le regioni vinicole francesi di Bordeaux e Borgogna, quella del Tokaj in Ungheria, Jerez e Rioja in Spagna, Douro & Porto in Portogallo, Sonoma County, Willamette Valley, Walla Walla Valley, Napa Valley, Washington State Wine, Long Island, Santa Barbara, Oregon e Paso Robles negli Usa, e Barossa, Wine Victoria e i vini della Western Australia.
Già dal 2005 le regioni si sono riunite in un movimento transnazionale di protezione del vino e la Joint Declaration to Protect Wine Place & Origin, si propone di collaborare con governi locali, con la Comunità europea e non solo, affinché vengano offerte maggiori garanzie contro marchi contraffatti ed etichette menzognere a livello internazionale.
“Nel mondo anglosassone, in particolare – ha spiegato il direttore del Consorzio del Chianti classico Giuseppe Liberatore -, domina la politica del trademark, del marchio privato, che è differente da quello di una denominazione che è un marchio collettivo e l’espressione di un territorio. Nei prossimi giorni saremo a Bruxelles per parlare con la Comunità europea per presentarci come associazione e per dire quello che facciamo e come difendere questi concetti”.