Una nuova bozza di testo per l’accordo della Conferenza sul Clima di Parigi è stata diffusa questa mattina, leggermente più breve della precedente ma ancora di quasi 50 pagine e con molte opzioni che restano aperte. Si tratta solo di un punto di passaggio, sottolinea in un briefing alla stampa un portavoce della Fondazione Nicolas Hulot, Ong ambientale che segue da vicino i lavori: «Ci sarà un nuovo meeting stasera, quindi un nuovo testo domattina, e poi un altro». L’obiettivo, ha aggiunto, è evitare «che si ripeta quello che è successo a Copenhagen, quando il testo presentato al termine della prima settimana prevedeva ancora un numero troppo elevato di opzioni». Tra i punti su cui c’è stato un avanzamento, precisa ancora la Fondazione, c’è in particolare quello della revisione progressiva degli obiettivi di riduzione delle emissioni, su cui «si è sintetizzato tutto in un solo paragrafo, in cui, cosa che noi riteniamo molto importante, è detto chiaramente che queste revisioni dovranno essere differenziate per tipo di Paese». Nessun passo avanti, invece, sul fronte dei finanziamenti per aiutare la transizione energetica nei Paesi emergenti e in via di sviluppo, punto su cui questi ultimi, riuniti nel cosiddetto ‘gruppo dei 77’, sono inflessibili: «Continua a mancare chiarezza sul quadro completo degli arrangiamenti finanziari», dichiarava ieri sera l’ambasciatore sudafricano Nozipho Mxakato-Diseko parlando in nome del gruppo, ricordando i «significativi contributi» che questi governi già stanno dando «allo sforzo globale con l’implementazione di azioni per il clima».