Insieme alle persone, alle abitazioni, alle imprese, il settore dei beni culturali è un altro grande “ferito” del terremoto. Tra le diverse azioni da intraprendere, oggi occorre passare dalla fase dell’emergenza a quella del restauro e del ripristino dei più importanti e significativi beni culturali dei borghi umbri per poterli restituire alle loro comunità. Un patrimonio che non rappresenta solo il simbolo più profondo dell’identità dei luoghi, ma è anche un importante volano sociale e culturale. Così nella visita di ieri del Ministro del Mibact, Dario Franceschini, e della presidente Catiuscia Marini a Santo Chiodo di Spoleto, al deposito della Regione Umbria e del Mibact che ospita le opere danneggiate dal sisma e anche il laboratorio di restauro, proprio la Marini ha voluto ricordare “la lungimiranza della Regione Umbria, e dello stesso Ministero nel voler realizzare una tale struttura, dove operano professionisti di grande qualità e competenza, in cui è possibile il ricovero, ed il restauro, di opere danneggiate o coinvolte da calamità naturali. Questo ci ha consentito, proprio in occasione dei recenti terremoti, di essere immediatamente operativi nella salvaguardia e nella messa in sicurezza di questo prezioso patrimonio artistico. Al tempo stesso possiamo già pensare ad avviare la fase del suo restauro grazie ad un primo piano stralcio che stiamo definendo congiuntamente Regione, Soprintendenza, Ministero e Ufficio del commissario straordinario per la ricostruzione”.