“Il sistema dei costi e dei fabbisogni standard, che porta con sé anche l’istituto della perequazione, è stato concepito in un quadro normativo e finanziario completamente diverso dall’attuale. In questi anni Anci e Ifel hanno fatto uno sforzo straordinario per adattarlo ad uno scenario profondamente modificato. I principi giusti dei costi e dei fabbisogni standard vanno certamente mantenuti, ma garantendo un quadro di finanza locale totalmente diverso, che sia finalmente stabile, più organico e non debba misurarsi con i continui tagli delle risorse che rischiano di far saltare il sistema”. Queste le parole del sindaco di Ascoli Piceno e delegato Anci alla Finanza locale, Guido Castelli, nel corso dell’audizione dell’Associazione davanti alla Commissione parlamentare per l’Attuazione del federalismo fiscale. Unitamente a Castelli, a rappresentare i Comuni era presente Andrea Ferri, responsabile della finanza locale Anci-Ifel.
Castelli ha sottolineato, inoltre, che l’attuale sistema di perequazione “è frutto dell’intervento di una serie di fattori che hanno prodotto una distorsione gravissima”, innanzitutto sulla natura del Fondo perequativo: “In contrasto con la legge delega, che prevede il contributo dello Stato e due distinti Fondi, il Fondo è unico e integralmente finanziato con le risorse proprie dei Comuni”. Ancora, c’è il “problema che i Comuni non si vedono più riconosciute capacità di sforzo fiscale, a causa del blocco delle aliquote in vigore dal 2016”. Una situazione che per Castelli ha “evidentemente irrigidito il quadro complessivo, finendo per compromettere fortemente il principio di autonomia”.