Non c’è globalizzazione o vertigine mondialistica che tenga: la calza sul camino sarà appesa anche quest’anno. Le consuetudini degli italiani, si può leggere a caratteri cubitali sul loro dna, resistono al ripetersi di riti antichissimi, che sprofondano molto al di là della nascita dei “costumi nazionali“. Fra questi, il mito della Befana e dei doni per i “bambini buoni”, che in realtà adombra un antichissimo cerimoniale della Natura, un ciclo di morte e rinascita annuale che simboleggia l’eternità della Natura stessa, sempre uguale e mai la stessa.
Torna la tradizione della calza che viene appesa praticamente da quasi la metà delle famiglie italiane (43%) mentre l’11% preferisce altri regali e gli altri non festeggiano o non hanno bambini in casa. Emerge da una elaborazione Coldiretti/Ixe’ in occasione dell’apertura del mercato degli agricoltori terremotati in Piazza Navona nel cortile del Vignola che resterà attivo fino all’8 gennaio in occasione dell’Epifania.
La spinta verso una migliore alimentazione contagia anche la Befana e nella calza – sottolinea Coldiretti – tornano insieme ai dolciumi anche fichi e prugne secche, nocciole, noci e soprattutto biscotti fatti in casa. La crescente attenzione alla dieta ha cambiato dunque – precisa Coldiretti – il contenuto delle calze “appese” al camino dalla simpatica vecchietta che in passato ai più “discoli” regalava solo aglio, peperoncino, patate e carbone vero.
I prodotti naturali tornano – precisa Coldiretti – anche a simboleggiare il significato della ricorrenza che nell’antichità celebrava la morte e la rinascita della natura dopo il solstizio invernale. Si narra infatti che durante questa notte Madre Natura, esausta per le energie spese durante tutto l’anno, si trasformasse in una buona vecchina che, dopo aver consegnato i doni, simbolo di una nuova semina, era pronta a farsi bruciare per far rinascere dalle sue ceneri una luna nuova rappresentata da una giovane Natura.
La befana nel mondo è festeggiata in vari modi, in Spagna ad esempio, il 6 gennaio tutti i bambini si svegliano presto per vedere i regali che i Re Magi hanno lasciato. Mentre il giorno precedente mettono davanti alla porta un bicchiere d’acqua per i cammelli assetati e anche qualcosa da mangiare.
In Francia nel giorno della befana si fa un dolce speciale, all’interno del quale si nasconde una fava. Chi la trova diventa il re o la regina della festa.
In Islanda il 6 gennaio viene chiamato il tredicesimo, perché da Natale fino a questa data trascorrono 13 giorni. Questo è l’ultimo giorno del periodo festivo nel quale si dice addio al Natale. Si inizia con una fiaccolata, alla quale partecipano anche il re e la regina degli elfi. A metà strada arriva anche l’ultimo dei Babbo Natale, il tredicesimo ( il primo Babbo Natale arriva l’11 dicembre e poi ne arriva uno ogni giorno fino a Natale, poi dal 25 dicembre in poi ne va via uno al giorno). La fiaccolata finisce con un falò e con dei fuochi d’artificio.
In Romania, invece, la festa dell’ epifania rappresenta la venuta dei Re Magi ed è un giorno festivo. Ancora oggi in alcuni paesi i bambini vanno lungo le strade e bussano alle porte per chiedere se possono entrare per raccontare delle storie. Di solito come compenso ricevono qualche spicciolo. Anche i preti vanno di casa in casa per benedire le case.
Qui da noi, secondo la leggenda si deve appendere al caminetto, o vicino una porta o una finestra della casa, una calza grande, così l’indomani mattina la si troverà piena di doni della befana.