L’Accademia dei Georgofili è la storica istituzione fiorentina che da oltre 250 anni promuove, tra ricercatori e proprietari agrari, gli studi di agronomia, selvicoltura, economia, geografia dei territori. Ed è qui che è stato appena presentato il programma di sviluppo per migliorare le performance del sistema agroalimentare italiano. “Sostenibilità e innovazione – ha detto il ministro delle Politiche agricole, Maurizio Martina – sono le due direttrici fondamentali per lo sviluppo del modello agricolo italiano per proteggere la nostra biodiversità e valorizzare la distintività delle produzioni nazionali. Per questo abbiamo deciso di investire nella ricerca pubblica sul fronte delle biotecnologie sostenibili e sull’agricoltura di precisione. Lavoriamo sulla frontiera più avanzata degli studi per rendere l’Italia sempre più protagonista nel proporre soluzioni nuove alla produzione alimentare. In questi mille giorni di governo abbiamo tracciato un percorso di crescita che è una diretta eredità di Expo Milano. Da qui ai prossimi tre anni sarà possibile avere un avanzamento concreto nello studio delle principali colture nazionali, così come sul fronte dello studio e dell’applicazione dei big data in agricoltura. Non siamo all’anno zero, ma possiamo fare quel salto di qualità che renda sempre più competitive le nostre imprese. La tutela del reddito di chi vive di agricoltura passa anche e soprattutto da qui”.
Per quanto riguarda le biotecnologie, il programma ha una dotazione finanziaria di 21 milioni di euro e rappresenta il più importante progetto di ricerca pubblica fatto nel nostro Paese su una frontiera centrale come il miglioramento genetico attraverso tecniche innovative e sostenibili. Le colture coinvolte sono quelle che più caratterizzano il modello agricolo nostrano, per puntare al miglioramento produttivo e all’aumento della resistenza delle piante alle malattie e al cambiamento climatico. Gli studi saranno dedicati in modo particolare alla vite, all’ulivo, pomodoro, pesco, albicocco, agrumi, frumento, melanzana, melo, ciliegio, pioppo. Il piano è suddiviso in tre anni e la regia dell’operazione è gestita dal Centro di ricerca specializzato del Mipaaf. Il programma prevede iniziative di ricerca in laboratorio, a legislazione vigente, con biotecnologie moderne e sostenibili come il genome editing e la cisgenesi. Questi strumenti possono consentire, infatti, un impiego teso al miglioramento genetico senza alterare le caratteristiche produttive del sistema agroalimentare, migliorandone le performance anche in relazione alla resistenza alle malattie. All’interno del programma Industria 4.0, è compreso l’accesso delle imprese agricole alle misure di sostegno agli investimenti come ammodernamento al 250% e superammodernamento per acquisto di tecnologie 4.0; investimenti per favorire l’accesso delle imprese alla banda ultralarga in coordinamento con le risorse per queste infrastrutture comprese nei fondi europei agricoli; l’azzeramento del costo della garanzia primaria Ismea per le imprese agricole attraverso un plafond dedicato nell’ambito del rifinanziamento del fondo di garanzia del Mise.