Openpolis fa sapere che attualmente in Italia sono 171 i Comuni commissariati per mafia. Dagli anni Novanta ad oggi il 95% dei provvedimenti a riguardo sono stati attuati in tre regioni: Calabria, Campania e Sicilia. La Calabria con 70 municipi, la Campania con 52 e la Sicilia con 43. A seguire il Piemonte e il Lazio con 2 Comuni, Liguria, Lombardia e Puglia con uno per ciascuna area regionale. Come vediamo nella ricerca dell’Associazione Openpolis, l’entrata in funzione delle amministrazioni straordinarie a seguito di un commissariamento per mafia riguarda soprattutto il Mezzogiorno, anche se la percentuale di consigli comunali sciolti al nord sembrerebbe essere in aumento. La possibilità di sciogliere un’amministrazione per condizionamenti imposti dalla criminalità organizzata è stata introdotta nel 1991.
Ed è in Val di Susa il primo Comune del nord sciolto per mafia: Bardonecchia, in provincia di Torino, nel 1995, segna questo triste primato con un provvedimento legato a Rocco Lo Presti, boss considerato tra i principali esportatori della ndrangheta sopra il Po. Ma è negli ultimi cinque anni che nel Settentrione i provvedimenti per infiltrazioni della criminalità organizzata cominciano a vedersi con maggior frequenza: in Piemonte, a Leinì e Rivarolo Canavese (Torino); in Liguria, a Ventimiglia (il provvedimento contro Bordighera è stato annullato dopo il ricorso); a Sedriano nel milanese. Il gap con il Sud resta tuttavia fortissimo.