“Strategie di mitigazione dei cambiamenti climatici, una sfida per l’agricoltura” è il titolo del convegno in programma al Sant’Anna di Pisa giovedì 13 ottobre come evento conclusivo del progetto europeo Life+ Ipnoa (“Improved flux Prototytpe for N2O emission from Agriculture”), iniziato nel 2012.
In Italia circa il 70% delle emissioni di protossido di azoto derivano dal settore agricolo, in particolare dai suoli a seguito delle fertilizzazioni azotate. Il progetto LIFE+IPNOA nasce dall’esigenza di mitigare le emissioni di “gas serra” dal suolo agricolo per contribuire al conseguimento dell’obiettivo europeo di ridurre tali emissioni del 20% entro il 2020, rispetto al 1990.
Il progetto Life+Ipnoa ha portato allo sviluppo da parte di West Systems srl, coordinatore del progetto, di due strumentazioni per misurare in campo i flussi di protossido di azoto dai suoli agricoli. L’Istituto di Scienze della Vita della Scuola Superiore Sant’Anna si è occupato del monitoraggio delle emissioni durante le prove sperimentali condotte presso il Centro di ricerche agro-ambientali Enrico Avanzi (Pisa) e presso l’azienda sperimentale di Terre regionali toscane a Cesa (Arezzo), per identificare le migliori pratiche per ridurre le emissioni del protossido di azoto sulle principali colture erbacee presenti in Toscana.
Durante il convegno saranno illustrati i risultati fino ad ora raggiunti e sarà presentato il manuale di “Buone pratiche agricole”, – rivolto a tecnici, imprenditori agricoli e politici – il cui obiettivo è arrivare alla riduzione delle emissioni di protossido di azoto. Il workshop costituisce anche l’occasione per un confronto sulle soluzioni per mitigare le emissioni di “gas serra” in agricoltura e nel settore forestale, secondo le indicazioni definite con progetti nazionali e internazionali, i cui referenti partecipano alla sessione pomeridiana.
I sistemi colturali cosiddetti “low-input”, caratterizzati dall’utilizzo di dosi di fertilizzante azotato commisurato alle reali necessità della coltura, dalla sostituzione dell’aratura con la lavorazione minima e da volumi di adacquamento calcolati ad hoc per le colture irrigue, si sono dimostrati in grado di mitigare le emissioni di protossido di azoto, con modesti effetti sulla resa.