Il nuovo fronte del crimine transnazionale nel mondo globalizzato è senza dubbio il cyber spazio. Lo dimostrano i dati diffusi dal Rapporto Clusit, edito dalla principale associazione italiana nel campo della sicurezza informatica che collabora, a livello nazionale, con diversi Ministeri, Authority e Istituzioni, con la Polizia Postale e con altri organismi di controllo. Secondo lo studio, presentato oggi a Verona in occasione del mese della sicurezza informatica che cade a ottobre, il cybercrime è cresciuto del 9% nei primi sei mesi del 2016 rispetto al secondo semestre 2015. Sono aumentati del 144% gli attacchi nel settore della Sanità, a quattro cifre l’incremento di phishing e social engineering (+1500%), malware e ransomware a +129%. A livello internazionale il fenomeno colpisce di più gli Stati Uniti, con il 55% degli attacchi complessivi (in crescita di 8 punti percentuali rispetto al 2015). Seguono gli Stati asiatici, con il 15% degli attacchi, che per la prima volta dal 2011 superano gli attacchi contro le realtà europee (pari al 12% del globale). “Registriamo un incremento della superficie di attacco esposta dalla nostra società digitale, oggi iper-connessa. Tutto questo a fronte di un ampliamento del divario tra percezione dei rischi cyber e realtà: nell’ultimo anno la forbice tra la gravità di questi rischi e l’efficacia delle contromisure poste in essere si è infatti ulteriormente allargata”, spiega Andrea Zapparoli Manzoni, membro del Consiglio Direttivo Clusit.