Mentre i Comuni colpiti dal terremoto del 24 agosto si preparano a rialzarsi nonostante la miriade di difficoltà, nonostante lo sciame sismico non conosca ancora sosta, geologi, accademici e ingegneri studiano ed approfondiscono il fenomeno della doppia risonanza. Conoscendo infatti le frequenze naturali di un sito e di un edificio è possibile valutarne la propensione al suddetto effetto. Lo studio di questa ripercussione risulta assai importante dato che può essere la causa di un potenziamento dell’azione sismica sulla struttura. E’ possibile comparare la sincronizzazione mettendo a confronto la frequenza naturale di un dato luogo con quella di un determinato edificio.
“Edifici costruiti con sassi e mattoni non possono resistere in alcun modo alle enormi forze generate da un terremoto – ha detto in un’intervista Taro Yokoyama, docente al Shibaura Institute of Technology e responsabile della principale società attiva nel campo della progettazione e della ristrutturazione di edifici antisismici, la LowFat Structures. – Queste costruzioni possono essere protette adottando una struttura che isoli l’edificio a livello delle fondamenta, ma è una soluzione molto costosa, improbabile per semplici abitazioni”. “In Giappone – ha spiegato Yokoyama – abbiamo l’E-Defence su vari livelli d’intensità, la resistenza di edifici costruiti in scala reale nei vari materiali, dal legno al cemento armato e dimensionare così la progettazione in base ai risultati ottenuti. Non c’è un materiale più sicuro di altri, l’importante è che la struttura e l’altezza dell’edificio si adattino ai materiali prescelti”. “Le metodologie giapponesi possono essere adottate solo per le nuove costruzioni – ha continuato Yokoyama – mentre per quelle più antiche, di valore storico e culturale, non abbiamo uno standard. Nei casi più rilevanti ricorriamo alla struttura di isolamento per ridurre l’impatto dei terremoti”. L’importante – ha concluso – è rafforzare le divisioni verticali in maniera adeguata in caso di ristrutturazione. In particolare per le strutture più basse la resistenza ai terremoti è determinata dal comportamento dei muri”.