Il polistirolo finalmente è stato messo al bando per salvaguardare l’ambiente: è successo a San Francisco, dove – a partire dal 2017 – le bevande calde come per esempio il tè o il caffè, non potranno più essere vendute nei bicchieroni classici usati finora negli USA. I contenitori in polistirolo per l’asporto (il cosiddetto take -away), erano invece già stati banditi dal commercio in città molto tempo prima, nel 2007.
San Francisco dice quindi addio ai bicchieroni usa e getta per caffè e tè caldi da portar via, e non solo. La città californiana inasprisce il divieto di utilizzo di contenitori in polistirolo, un tipo di plastica che a partire dal 2017 non potrà più essere utilizzato in città per contenitori e altri prodotti.
La misura, approvata il mese scorso, riguarda la vendita al dettaglio di prodotti contenenti polistirolo (effettivo dal primo gennaio prossimo) e i contenitori di carne e pesce (in vigore dal primo luglio 2017). L’ordinanza rappresenta il divieto più ampio di contenitori in polistirolo tra quelli previsti nelle maggiori città e contee degli Stati Uniti, ed è una estensione del bando in vigore da una decina d’anni a San Francisco per le confezioni dei cibi take away.
Il polistirolo (altrimenti chiamato anche polistirene) è molto comodo, può essere sbriciolato con estrema facilità ma, purtroppo, è causa di inquinamento – sia nelle falde acquifere che nel terreno – grazie alla sua elevatissima persistenza: un contenitore in polistirolo, infatti, per degradarsi completamente può impiegare fino a 1000 anni.
Senza contare che è anche una delle sostanze inquinanti più lente a decomporsi nell’ambiente.
Gli ambientalisti plaudono alla decisione, ma ci sono anche voci critiche. C’è chi lamenta che la legislazione non fa nulla per stoppare in città le consegne di prodotti, come la maggior parte di quelli comprati online, imballati nel polistirolo. O anche chi, come l’associazione California GoFoam citata dal Los Angeles Times, sostiene che bisognerebbe piuttosto insistere sul riciclo del polistirolo, perché molti commercianti non possono permettersi le alternative ‘verdi’ a questo materiale.