Il “sapere” e le classifiche: un binomio che di solito crea polemiche sulle modalità in cui la qualità della conoscenza (dell’insegnamento o dell’apprendimento) viene misurata. Eppure non mancano gli organismi che puntualmente redigono graduatorie sulle migliori scuole o università in cui studiare. Tra le classifiche, una delle più prestigiose è quella redatta dal Centre for World University Rankings (Cwur), che sulla base di indicatori “oggettivi e affidabili” elenca i primi mille atenei del mondo in cui completare la propria formazione.
L’Ateneo romano si è piazzato al primo posto fra le università italiane e al 90esimo posto generale, in risalita rispetto alla graduatoria dello scorso anno dove occupava la 112esima posizione.
“La Sapienza conserva e accresce il suo prestigio di ateneo internazionale – ha sottolineato il rettore Eugenio Gaudio – L’internazionalizzazione è essenziale per la crescita culturale e le università non possono che svolgere un ruolo fondamentale, con lo scambio di studenti e docenti, favorendone la mobilità tra i Paesi. La Sapienza ha visto crescere negli anni la sua reputazione internazionale e la sua attrattività per gli studenti stranieri”. “Per questo abbiamo motivo aumentato – ha proseguito il Rettore – il numero dei corsi in lingua inglese e favorito le agevolazioni per chi proviene dall’estero”.
Gli otto indicatori su cui il Cwur fonda la sua classifica sono i seguenti: la qualità della pubblica istruzione, il tasso di occupazione degli ex studenti, la qualità della docenza, le pubblicazioni, l’influenza, il numero di citazioni sulle riviste, il “broad impact” e il numero di brevetti internazionali depositati. La Sapienza eccelle in particolare per il numero di riconoscimenti internazionali dei propri docenti, per quelli conseguiti dagli alunni e per il numero di articoli di ricerca pubblicati su riviste prestigiose.
Il ranking del Cwur, che elenca i primi 1000 atenei mondiali e comprende 48 atenei italiani, si avvale, per le proprie misurazioni, di otto indicatori “oggettivi e affidabili”: la qualità della pubblica istruzione; il tasso di occupazione degli ex studenti; la qualità della docenza; le pubblicazioni; l’influenza; il numero di citazioni sulle riviste; il “broad impact”; e, infine, il numero di brevetti internazionali depositati.
In particolare la Sapienza si è collocata al 34esimo posto per numero di riconoscimenti internazionali dei propri docenti, al 59esimo posto per quelli conseguiti dagli alumni e al 91esimo posto per numero di articoli di ricerca pubblicati su riviste prestigiose.
Sul podio italiano, a seguire la Sapienza, troviamo le università di Padova (157esimo posto) e di Milano (171esimo posto), mentre la Top Ten tricolore è completata dagli atenei di Bologna (198esimo), Torino (211esimo), Firenze (251esimo), Federico II di Napoli (254esimo), Pisa (285esimo), Genova (291esimo), Roma Tor Vergata (306esimo).
Come l’anno scorso, il primato assoluto è stato conquistato da Harvard, mentre Stanford ha conquistato il secondo posto. La migliore delle europee è Cambridge, al quarto posto).