Lo sconto sul canone ‘taglia’ le tariffe a controllo nazionale, che a metà 2016 segnano un calo dello 0,6% rispetto all’anno precedente. Le tariffe locali, invece, rallentano ma continuano a crescere (+1,2%). Un ritmo un po’ più lento di quello registrato lo scorso anno (+1,7%), ma che basta ad annullare di fatto gli effetti del calo delle tariffe nazionali, portando ad una crescita complessiva delle tariffe non energetiche dello 0,1%. Le energetiche, invece, continuano il calo (-6,7%), in linea con la generale discesa delle quotazioni di petrolio e gas naturale. E’ quanto emerge dalle elaborazioni dell’Ufficio Economico Confesercenti.
A conti fatti, dunque, la crescita complessiva delle tariffe non energetiche sale dello 0,1% mentre per quelle energetiche prosegue il calo (-6,7%), in linea con la generale discesa delle quotazioni di petrolio e gas naturale, spiega ancora la nota Confesercenti.
Per quanto riguarda le tariffe nazionali, a guidare la loro riduzione la rimodulazione dell’importo del canone tv, fissato ora a 100 euro con un calo dell’11,9% sullo scorso anno. Bene anche il calo del costo dei trasporti ferroviari nazionali (-3,1%) e in misura minore i medicinali (-0,7%), categoria che include anche i farmaci di fascia ‘C’ con obbligo di prescrizione.
Tra le tariffe locali ad aumentare è soprattutto la bolletta dell’acqua potabile, che nel 2016 cresce del 3,4%, anche se il dato è decisamente in frenata rispetto all’8,5% di incremento medio registrato lo scorso anno. Accelerano, invece, gli aumenti degli asili nido: dopo la tregua del 2015 (+0,7%), i costi per le famiglie italiane nel 2016 tornano ad aumentare del 3,1%. Dal 2012 l’incremento è stato del 9,7%, oltre il doppio dell’inflazione nello stesso periodo. In rialzo nel 2016 anche l’istruzione secondaria e universitaria (+1,5%), trasporti ferroviari regionali (+1,2%) e rifiuti solidi urbani (+0,7%).
“Anche sul piano delle tariffe – spiega Mauro Bussoni, segretario generale Confesercenti – si inizia a registrare l’andamento contradditorio spesso rilevato nel fisco: tagli a livello nazionale e aumenti locali. Il timore è che, con il ‘congelamento’ delle tasse locali giustamente deciso dal governo, il fenomeno possa peggiorare: le tariffe sono una delle poche leve economiche rimaste alle amministrazioni locali, in cronica mancanza di fondi a causa dei tagli dei trasferimenti centrali”.
Il timore, spiega ancora, è che si possano profilare in corso d’anno “forti aumenti relativi al servizio raccolta smaltimento rifiuti, soprattutto per le imprese turistiche e commerciali urbane”. I costi per le imprese del commercio sono già pesanti: in media un ristorante nel 2015 ha pagato 2.750 euro l’anno, un albergo oltre 5.600. “Altri incrementi metterebbero in seria difficoltà le imprese”, conclude Bussoni.