Approfondimento: il PNE 2025 e le disuguaglianze in sanità
Il Programma Nazionale Esiti (PNE) 2025, curato da AGENAS, non è solo una fotografia dello stato dell’assistenza sanitaria in Italia, ma rappresenta un vero e proprio strumento di governance. L’edizione di quest’anno assume un valore particolare, poiché traccia un bilancio a dieci anni dall’introduzione del DM 70/2015, la normativa che ha fissato standard quantitativi per la riorganizzazione ospedaliera in nome della qualità e della sicurezza.
Il quadro che emerge è duplice: da un lato, il sistema è riuscito a evolvere, dimostrando che l’adozione di riferimenti normativi precisi e dispositivi di valutazione come il PNE indirizza efficacemente il cambiamento. Dall’altro, il SSN rimane profondamente segnato da forti disuguaglianze territoriali, con un divario Nord-Sud persistente e, in alcune aree, accentuato.
La battaglia contro la frammentazione della casistica
Uno degli obiettivi primari del DM 70/2015 era contrastare la frammentazione della casistica, concentrando gli interventi ad alta complessità in centri ad alto volume, fattore scientificamente correlato a migliori esiti clinici.
Su questo fronte si registrano eccellenze in ambito oncologico:
- La casistica per il tumore maligno della mammella trattata in strutture ad alto volume è salita in modo significativo, raggiungendo il 90% nel 2024 (era il 72% nel 2015).
- Progressi netti si rilevano anche per tumori quali prostata (dall’82% all’83%) e polmone (dal 69% all’83%), a conferma di una sanità che in questi settori si sta riorganizzando.
Tuttavia, la concentrazione fallisce in aree cruciali. L’area cardiovascolare è emblematica: mentre l’infarto miocardico acuto (IMA) mostra ricoveri in calo e un’alta concentrazione (oltre il 90% in strutture ad alto volume), il bypass aorto-coronarico (BAC) isolato sconta una forte frammentazione. I centri che superano la soglia dei 200 interventi/anno sono scesi da 23 (nel 2015) a soli 15 nel 2024, con una conseguente riduzione della casistica trattata in queste strutture di eccellenza.
La situazione più allarmante si manifesta nella chirurgia oncologica complessa:
- Le resezioni pancreatiche mostrano un miglioramento a livello nazionale (dal 38% al 54% in centri ad alto volume), ma il Sud e le Isole raggiungono solo il 28%, evidenziando un accesso limitato a cure ad alta specializzazione.
- Per gli interventi isolati sul retto, il quadro è persino in peggioramento rispetto al 2015 (dal 30% al 22% in centri ad alto volume), con una situazione geografica uniformemente livellata verso standard inferiori.
Tempestività e appropriatezza: la qualità a velocità diverse
Il PNE monitora anche la tempestività nell’accesso alle procedure salvavita e l’appropriatezza dei trattamenti, due aree dove il divario Nord-Sud si manifesta con maggiore impatto sulla vita dei pazienti:
- Tempestività nel STEMI: La percentuale mediana nazionale di angioplastica coronarica (PTCA) per STEMI entro 90 minuti è salita al 63%. Tuttavia, la marcata variabilità territoriale vede valori tendenzialmente peggiori nelle regioni meridionali.
- Intervento per frattura del femore: L’intervento per frattura del collo del femore in pazienti ultra65enni entro 48 ore è migliorato a livello nazionale (60%), ma anche in questo caso molte regioni del Sud si mantengono sotto lo standard, prolungando i tempi di attesa pre-operatoria.
Sul fronte dell’appropriatezza clinica, i risultati mostrano un lieve calo dei tagli cesarei primari (dal 25% al 22%), con le strutture pubbliche e quelle ad alto volume che mostrano un minore ricorso a questa procedura. Ciononostante, il Sud presenta valori che superano spesso il 25%, distanti dall’obiettivo OMS del 15%. Il parto vaginale dopo taglio cesareo (VBAC), pur in aumento, rimane su livelli bassissimi proprio nelle regioni meridionali. Un dato positivo è il dimezzamento delle episiotomie, scese dal 24% al 9%.
Il PNE 2025, forte dei suoi 218 indicatori (di cui 29 dedicati all’assistenza territoriale indiretta), si offre come il principale strumento per indirizzare la revisione del DM 70/2015 e sostenere il Nuovo Sistema di Garanzia, con l’obiettivo ultimo di rendere l’eccellenza delle cure un diritto universale e tempestivo in ogni parte d’Italia. La sfida per il futuro resta l’integrazione e l’interoperabilità dei flussi informativi per una valutazione piena dell’assistenza territoriale.
Maggiori informazioni sul sito AGENAS