“Per attuare l’Accordo di Parigi l’Italia deve definire una nuova Strategia Energetica Nazionale con obiettivi al 2030”. E’ il monito lanciato dal Climate Report, elaborato dalla Fondazione per lo Sviluppo Sostenibile e presentato da Edo Ronchi all’annuale Meeting di Primavera, che pubblica dati e analisi sulle implicazioni a livello internazionale, europeo e italiano dell’Accordo per il clima raggiunto alla COP 21 di Parigi con il consenso di 195 Paesi. In effetti, dopo anni di contrazione (-20% al 2014 rispetto al 1990), nel 2015 le emissioni di gas serra in Italia sono aumentate di circa il 2,5%. L’incremento è imputabile a diversi fattori: la modesta crescita del Pil; il calo del prezzo del petrolio e del gas; l’aumento dei consumi energetici; il rallentamento delle politiche di efficienza energetica; l’interruzione della crescita delle fonti energetiche rinnovabili.
“L’attuazione dell’Accordo di Parigi – ha dichiarato Edo Ronchi – obbliga a una svolta delle politiche climatiche, a tutti i livelli, compreso anche quello nazionale. Passando all’attuazione cresce la consapevolezza del maggiore impegno richiesto dal nuovo obiettivo dell’Accordo, per stare ben al di sotto dei 2°C , facendo sforzi verso 1,5°C. Prima si parte, prendendo atto realmente del nuovo obiettivo, prima si possono cogliere le opportunità di nuovi investimenti, di nuova occupazione, di sviluppo di una green economy, richiesti e promossi dalle più incisive misure climatiche dell’Accordo di Parigi”. Secondo il Climate Report, anche l’Europa deve tracciare una nuova e più impegnativa road map climatica per centrare gli obiettivi dell’Accordo di Parigi, firmato a New York il 22 aprile scorso, che prescrive di puntare a un contenimento dell’aumento della temperatura ben al di sotto di 2°C, raggiungendo una soglia di 1,5°C. A livello globale, le emissioni di gas serra nel 2014 e nel 2015 sono state sostanzialmente stabili, nonostante l’aumento del Pil di circa il 3% l’anno.