Il 18 febbraio, alle ore 13,00, si riunisce la Conferenza Stato Città, con all’o.d.g.: il rinvio al 30 aprile per i bilanci preventivi dei Comuni, al 31 luglio per quelli di Città metropolitane e Province, il chiarimento sul carattere «ordinatorio» delle scadenze per il Dup, il nuovo Documento unico di programmazione che sta mettendo in difficoltà amministrazioni e revisori, l’ aggiornamento delle «capacità fiscali» dei Comuni e la conferma dei criteri dell’anno scorso per la replica dei tagli previsti dal decreto 66/2014.
Il meccanismo della perequazione che quest’anno governerà il 30% del fondo di solidarietà nella quota extra rispetto ai rimborsi per il mancato gettito Imu e Tasi. Il decreto con i nuovi dati arriverà oggi in Conferenza, prima tappa dell’iter per la sua approvazione definitiva. Il problema delle elezioni, anche se di secondo livello, non esclude le
Province e le Città metropolitane, ma per gli enti di area vasta le questioni aperte sono più spinose. Si aspettano, prima di tutto, i dati definitivi del monitoraggio sul Patto di stabilità, che secondo i calcoli disponibili oggi è stato mancato dall’ampia maggioranza delle amministrazioni: se le cifre definitive confermeranno questa situazione, le sanzioni a regime che prevedono un taglio (o meglio un prelievo
forzoso, perché Province e Città non hanno trasferimenti) pari allo sforamento porterebbero a un rischio di dissesti a catena. È probabile un intervento per tornare a penalità più soft (l’anno scorso erano del 20% dello sforamento), che era stato ipotizzato nel corso della legge di conversione del Milleproroghe ma poi è stato rimandato proprio per aspettare il quadro definitivo sul rispetto dei vincoli di finanza pubblica. In un quadro del genere, dunque, i numeri sono destinati a rimanere incerti ancora per un po’, e da qui l’esigenza di spostare i termini al 31 luglio. Il balletto delle scadenze investe anche il Dup, il documento unico di programmazione che doveva essere presentato entro il 31 dicembre scorso e andrebbe aggiornato entro il 28 febbraio. Sul punto, la prospettiva dovrebbe essere quella di una presa d’atto in Conferenza del carattere «ordinatorio» delle scadenze, per dar modo ad amministratori e revisori di procedere senza sanzioni a patto, ovviamente, di approvare il tutto prima del bilancio preventivo, di cui il Dup è premessa fondamentale.