In Danimarca passa la legge che prevede la possibilità di requisire oggetti di valore ai migranti per fare fronte alle spese di asilo.
La scorsa settimana il Parlamento danese ha approvato in via definitiva la riforma di diritto d’asilo per i profughi e i rifugiati, che prevede, tra l’altro, la requisizione dei beni di valore superiore a 10.000 corone (poco meno di 1.400 euro) con lo scopo di coprire in parte i costi di accoglienza.
La legge è ora simile a quella già in vigore in Baviera e in Svizzera.
La decisione ha aperto un animato dibattito in tutto il mondo con forti toni polemici poiché lesiva della dignità delle persone alle quali viene applicata. E l’Onu già da qualche settimana aveva ammonito i politici danesi dicendo: “Trattate con rispetto e dignità chi ha sofferto e rischiato la vita per fuggire dalle guerre”. Il provvedimento ha però avuto 81 voti a favore su 109.
Già lo scorso settembre il governo danese aveva fatto pubblicare sui giornali libanesi un annuncio che invitava i migranti a non andare in Danimarca. Il ministro danese per l’Integrazione, Inger Stoejberg, spiegava poi che la legge presentata già alla metà di dicembre 2015 avrebbe conferito alle autorità danesi il potere di perquisire vestiti e bagagli dei richiedenti asilo e degli altri migranti senza permesso, con l’obiettivo di trovare beni che potessero coprire le spese di ospitalità.
Il World Happines Report 2013 vedeva la Danimarca capeggiare la classifica come il Paese più felice, ma non per tutti.