La Regione Emilia Romagna promuove incentivi volti alla riqualificazione e al miglioramento della sicurezza degli ambienti di lavoro, con particolare riguardo alla rimozione e smaltimento dei manufatti che contengono amianto. Parte da qui il bando approvato dalla Giunta regionale che mette a disposizione delle imprese 3,3 milioni di euro per sostenere gli investimenti finalizzati alla bonifica di edifici e immobili utilizzati per lo svolgimento di attività produttive, terziarie e commerciali, compresa l’agricoltura. I contributi varieranno dal 35 al 50% dell’investimento a seconda delle dimensioni aziendali, a partire da un minimo di spesa di 20.000 euro, con un tetto massimo di aiuto fissato a quota 150.000 euro.
La principale novità rispetto agli avvisi precedenti sta nella semplificazione della procedura di presentazione delle domande, che è suddivisa in due fasi: prenotazione online del contributo che dovrà essere effettuata improrogabilmente dalle ore 9 del 21 febbraio alle ore 16 del 25 dello stesso mese (mancano solo tre giorni alla chiusura), dal portale Ambiente – sezione bandi; nonché la presentazione della documentazione da effettuarsi dalle ore 9 del 19 marzo alle ore 16 del 15 aprile tramite una procedura informatica guidata, che darà diritto al contributo.
Il finanziamento sarà per il 50% a fondo perduto, per l’altro 50% si tratterà di un prestito erogato al tasso d’interesse dello 0,50% da restituire in cinque anni, garantito da apposita fideiussione bancaria. Si potrà rinunciare a quest’ultima opzione, restituendo subito la metà del contributo assegnato. Il bando è aperto a tutte le categorie di imprese e finanzia gli interventi di rimozione di materiali contenenti amianto (coperture, pannelli, pavimentazioni) all’interno di fabbricati o costruzioni utilizzate nell’ambito dei processi produttivi, compresi capannoni, stalle, depositi e magazzini per attrezzature agricole. Sono invece esclusi dai finanziamenti gli enti e le istituzioni senza fini di lucro non iscritti al Registro delle imprese, le amministrazioni pubbliche, nonché le aziende che gestiscono servizi pubblici locali partecipate da enti pubblici.
Gli interventi di rimozione dovranno avere un costo minimo di 20.000 euro, con un contributo massimo concedibile fissato in 150.000 euro. La percentuale di aiuto riconosciuta varierà in base alle dimensioni economiche dell’impresa che effettuerà i lavori di bonifica: si andrà dal 35% per le grandi imprese (più di 250 dipendenti e un fatturato annuo superiore ai 50 milioni di euro oppure un attivo patrimoniale sopra quota 43 milioni di euro), per salire al 50% nel caso di micro o piccole e medie imprese. Sono ammissibili solo le spese, al netto dell’Iva, strettamente connesse all’intervento di rimozione dell’amianto, comprese quelle riguardanti la messa in sicurezza dei luoghi di lavoro. I costi sostenuti per consulenze, progettazione e sviluppo degli interventi saranno ammissibili fino al 10% dell’importo complessivo dei lavori.
L’amianto è una sostanza chimica utilizzata fino all’inizio del 1990 per realizzare vari tipi di strutture. Le caratteristiche di pericolosità dell’amianto non erano note fino a poco tempo fa e sono legate proprio alla sua caratteristica fibrosa, che deteriorandosi si disperde nell’aria e può provocare, se inalata, alterazioni a livello respiratorio e polmonare assai gravi. Ciò può avvenire anche a distanza di molto tempo dall’esposizione. Le caratteristiche fisiche rendevano questo composto duttile e molto utilizzato per le proprietà di isolante termico, acustico e antincendio; la presenza dell’amianto era diffusa soprattutto nelle coperture edili. Una volta riconosciute le sue caratteristiche di pericolosità si è provveduto, con la legge 257 del marzo 1992, a vietarne l’utilizzo, l’importazione e la commercializzazione.