Per combattere efficacemente lo smog nei centri urbani, Legambiente ha presentato un piano in 10 punti.
1. Ridisegnare strade, piazze e spazi pubblici delle città per favorire sicuri spostamenti a piedi e in bicicletta
Oggi l’80% dello spazio pubblico è destinato alla carreggiata e al parcheggio: ribaltare progressivamente questo rapporto favorendo lo spazio pedonale, della relazione (con panchine e tavolini), del mercato e dello scambio, in cui far convivere tram e mezzi di locomozione diversi (dalle tavolette alle bici, quadricicli leggeri e city car). Il ridisegno degli spazi urbani deve essere accompagnato dalla creazione di zone 30, in cui imporre il limite di velocità massimo di 30 km/h.
2. Una rete che attraversa la città per spingere la ciclabilità
L’esperienza delle città europee dimostra che si può arrivare ad avere numeri significativi di spostamenti ciclabili se si passa da una visione di piste ciclabili a una di “rete” che attraversa, nelle diverse direttrici, la città. A tal fine, Comuni e Regioni devono prevedere piani e programmi specifici e per le risorse economiche serve un’azione da parte del Governo che co-finanzi insieme agli enti locali gli interventi.
3. Una mobilità verso “emissioni zero”
Oggi è possibile muoversi a emissioni (quasi) zero: non solo a piedi o in bici, ma anche con la trazione elettrica (e-bike, moto, auto, bus), almeno per il 90% degli spostamenti quotidiani degli italiani (al di sotto dei 100 Km al giorno). Di conseguenza, lo Stato deve sospendere tutte le agevolazioni e gli incentivi (vedi autotrasporto) alle vecchie tecnologie “fossili” e concentrare politiche, incentivi e agevolazioni esclusivamente sulle tecnologie a zero emissioni.
4. Bus più rapidi, affidabili ed efficienti
L’aumento di velocità del trasporto pubblico si ottiene attraverso strade dedicate e corsie preferenziali. Questo intervento è a basso costo per le amministrazioni comunali e velocemente realizzabile. Per capire l’importanza della sfida vale la pena citare il dato (fonte Legambiente, Ecosistema Urbano) di Roma: oggi la città ha solo 112 km di percorsi di bus in sede dedicata/protetta su un totale di 3636 (appena il 5%).
5. 1000 treni pendolari, metropolitane, tram e 10 mila bus elettrici o a bio-metano per il trasporto pubblico nelle aree urbane
Occorre potenziare il trasporto pubblico, attualmente inadeguato, e intervenire con un ricambio del parco pubblico circolante, oggi spesso troppo vecchio, per diminuire l’utilizzo dell’auto e ridurre gli impatti rispetto al parco esistente. Pertanto, Governo e Parlamento devono stanziare le risorse attraverso una programmazione pluriennale per treni, metro, tram, autobus in un fondo che coinvolga le Regioni e i Comuni.
6. Fuori i diesel e i veicoli più inquinanti dalle città
Fissare standard ambientali sempre più alti per l’utilizzo dei veicoli privati circolanti nelle città, crescenti negli anni, con limiti nei periodi di picco in modo da pervenire a un quadro chiaro delle prestazioni da raggiungere nel parco circolante e stimolare l’innovazione e gli investimenti delle imprese.
7. Solo uno spostamento su tre in macchina entro 5 anni
Tutte le città con più di 50 mila abitanti e i Comuni capoluogo devono promuovere gli spostamenti con mezzi pubblici, in bicicletta, bici a pedalata assistita, con personal movers elettrici leggeri, sharing mobility, car pooling e soprattutto a piedi, con l’obiettivo (cronoprogramma ben definito) di limitare la circolazione dei mezzi privati a motore a non più di un terzo dei chilometri percorsi in città. Sul punto occorre l’intervento del Governo, con un decreto legge e linee guida rivolte ai piani comunali, prevedendo obiettivi, premiabilità e disincentivi, e imponendo alle regioni nuovi Piani risanamento dell’aria e di trasporto.
8. Road pricing e ticket pricing
Per limitare l’ingresso nei centri abitati di veicoli inquinanti e per favorire la mobilità dolce e l’uso di veicoli più efficienti e a zero emissioni, bisogna istituire zone a pedaggio urbano (sul modello dell’Area C milanese) e implementare una differente politica tariffaria sulla sosta. I ricavi ottenuti devono essere interamente vincolati all’efficientamento del trasporto pubblico locale e di forme sostenibili di mobilità.
9. Riqualificazione degli edifici pubblici e privati, per ridurre i consumi energetici e le emissioni inquinanti
Avviare concretamente la “riqualificazione del patrimonio edilizio pubblico e privato” per renderlo davvero sicuro (dal rischio sismico e idrogeologico) e ad energia “quasi zero”, con l’obiettivo di riqualificare in 30 anni tutti gli edifici pubblici e privati, ovvero il 3% all’anno. Per fare questo si stimano oltre 400 mila interventi all’anno tra ristrutturazioni radicali e ricostruzioni.
10. Riscaldarsi senza inquinare
Vietare l’uso di combustibili fossili, con esclusione del metano, nel riscaldamento degli edifici e incentivare, a partire dalle aree urbane, l’utilizzo delle moderne tecnologie che migliorano l’efficienza e riducono le emissioni. E’ necessario far rispettare l’obbligo di applicazione della contabilizzazione di calore nei condomini per ridurre i consumi da subito e “attenzionare” coloro i quali non l’abbiano fatto (compresa l’edilizia pubblica), attuando in modo sistematico i controlli sulle caldaie (come previsto dalla legge) e sulle emissioni e prevedendo un sistema sanzionatorio efficace.