Il termine per il pagamento di Imu e Tasi è scaduto il 16 dicembre scorso. Per chi non abbia adempiuto in tempo c’è ancora la possibilità di cavarsela con poco danno. Il Fisco ha previsto, infatti, il così detto “ravvedimento operoso” che consente di mettersi in regola sopportando una sanzione minima. Secondo il rapporto elaborato dal Servizio Politiche Territoriali della Uil, le tasse riguardano oltre 25 milioni di proprietari di immobili diversi dall’abitazione principale. Quattro gli scaglioni di ‘ritardo’ presi in considerazione, a seconda di quando si decide di pagare le due imposte. Chi lo farà entro 14 giorni dalla scadenza, quindi entro il 30 dicembre, pagherà una sanzione dello 0,1% (ravvedimento sprint); superato tale termine, ma se si rimedia con un ritardo che non superi i 30 giorni dalla scadenza, la sanzione fissa sale a 1,5% (ravvedimento breve); chi ritarda tra i 30 e i 90 giorni, invece, vedrà applicata una sanzione fissa dell’1,67% (ravvedimento medio); dal 90esimo giorno in poi, si pagherà il 3,75%.
Alla sanzione vanno aggiunti gli interessi legali, ora fissati allo 0,2% annuo (tasso legale che, dal 1° gennaio 2017, scenderà allo 0,1% ai sensi del decreto Mef 7 dicembre 2016). Il tempo complessivo per avvalersi del ravvedimento operoso è di un anno. Di conseguenza, quindi per Imu e Tasi si avrà tempo fino al 16 dicembre 2017 e sempre che il Fisco non abbia già scoperto l’irregolarità. Per il versamento basta compilare il modello F24 e indicare lo stesso codice tributo della normale scadenza, mentre la casella da barrare è quella che indica il ravvedimento. Lì va inserito l’importo comprendente sia il tributo dovuto, sia gli interessi e la mini sanzione.