Un deciso stop alle annunciate dimissioni di Matteo Renzi è venuto ieri dal Presidente della Repubblica al termine di una giornata intensa di consultazioni fra Palazzo Chigi e Quirinale. In serata, a seguito dell’incontro nel quale il premier ha ribadito la volontà di lasciare la poltrona di Capo del Governo, è stata diffusa la nota di Mattarella che recitava testualmente: “Il Presidente della Repubblica, considerata la necessità di completare l’iter parlamentare di approvazione della legge di bilancio onde scongiurare i rischi di esercizio provvisorio, ha chiesto al Presidente del Consiglio di soprassedere alle dimissioni per presentarle al compimento di tale adempimento”. La sospensione dovrebbe durare qualche giorno per consentire al Senato di approvare la manovra rapidamente, rispettando così, sia l’intendimento del Capo dello Stato affinchè non vengano pregiudicati “impegni e scadenze” in programma, sia la coerente determinazione del premier a far coincidere le parole con i fatti: “Io non sono come tutti gli altri politici, ho sempre detto che in caso di sconfitta avrei mollato”. Nel frattempo, in attesa della direzione del Pd la cui convocazione è stata spostata a mercoledì, s’infittiscono le indiscrezioni e i pronostici su chi sia il candidato alla presidenza del Consiglio con più chance in questa fase di transizione. In pole position, Pier Carlo Padoan e Graziano Delrio. Secondo il Professor Cacciari, “Se Renzi fosse veramente un grande (e ce ne sono pochi in Italia, non più di quattro o cinque) si ritirerebbe in disparte a riflettere per due o tre anni, per poi ripresentarsi più forte in un secondo tempo”. Le opposizioni invece, in particolare la Lega e il M5S, insistono sulla necessità di andare a “votare subito con qualsiasi legge elettorale perché i cittadini non possono più attendere”. La faccenda è ingarbugliata, vedremo che sorprese ci riserveranno i prossimi giorni. Dovremo forse rassegnarci a un Renzi “congelato e nel limbo”?