“L’Accordo di Parigi sul clima è irreversibile e gli Stati Uniti devono rispettare la decisione dell’amministrazione Obama di aderire all’intesa”. Lo ha detto Il presidente francese, Francois Hollande, parlando ieri alla Cop22 di Marrakech, entrata nel vivo con la prima sessione della Conferenza delle parti dell’Accordo di Parigi (CMA1), spiegando che la Francia avrà un dialogo rispettoso sul cambiamento climatico con il presidente eletto, Donald Trump. Ma ha aggiunto che “chiede il coinvolgimento degli Stati Uniti a nome dei più di 100 paesi che hanno ratificato l’Accordo”. Sullo stessa lunghezza d’onda gli altri autorevoli interventi.
“Agire senza indugio, in maniera quanto più libera possibile da pressioni politiche ed economiche, superando gli interessi e i comportamenti particolaristici. E’ la grave responsabilità etica e morale” cui ci richiama l’Accordo di Parigi sui cambiamenti climatici, il cui “preoccupante impatto” – ha detto Papa Francesco Francesco nel messaggio inviato alla Conferenza – incide su tutta l’umanità, in particolare sui più poveri e sulle generazioni future, che rappresentano la componente più vulnerabile”.
“La maggior parte degli stati che formano gli USA hanno compreso l’urgenza dei problemi legati al cambiamento climatico, sono sicuro che il nuovo presidente non potrà ignorarlo, non potrà fare a meno di comprendere a sua volta. Ne sono certo”. Con queste parole il segretario generale dell’Onu, Ban Ki – Moon, si è rivolto al neopresidente degli Stati Uniti, Donald Trump, che ha sempre mostrato il suo scetticismo verso le politiche ambientaliste. ”L’orizzonte è quello del 2020 – aggiunto Ban Ki Moon – ma sono persino sorpreso che Stati come la California e città popolose come Los Angeles, per esempio, abbiano preso così seriamente il tema di abbattere le emissioni di Co2 tanto da essere già sulla buona strada. È necessario, per la salvezza di tutto il pianeta. Per questo non è più possibile fermare la macchina. Se non andassimo avanti, ce ne pentiremmo per le generazioni future”.
Anche il re Mohamed del Marocco, che ha fatto gli onori di cassa, ha esortato i delegati a “tradurre i loro impegni in azioni” e ha aggiunto: “La posta in gioco è l’esistenza dell’uomo. E’ quindi il nostro dovere comune lavorare mano nella mano per proteggere l’umanità”.