L’Osservatorio sull’imprenditoria femminile realizzato da Confartigianato e presentato alla Convention di Donne Impresa Confartigianato, che si tiene oggi e domani a Roma, rileva che le donne italiane sono le più intraprendenti d’Europa. Il nostro Paese però rimane agli ultimi posti nell’Ue per l’occupazione delle donne con figli e le condizioni per conciliare lavoro e famiglia.
L’Italia conta 1.661.000 donne che svolgono attività indipendenti, un primato in Europa visto che, tra imprenditrici e lavoratrici autonome, il Regno Unito si ferma a quota 1.641.300 e la Germania ne registra 1.469.000.
A trainare il lavoro indipendente femminile sono le 181.482 titolari di imprese individuali artigiane il cui numero è aumentato del 2,5% negli ultimi 10 anni. In totale, comprese le collaboratrici, sono 354.882 le donne impegnate. La presenza prevalente è in Lombardia (66.932), seguita da Emilia Romagna (37.343), Veneto (37.228), Piemonte (32.617), Toscana (31.430). La classifica provinciale vede in testa Milano, con 17.967 titolari artigiane. Secondo posto per Torino (16.186), seguita da Roma (15.012).
Ma le imprenditrici italiane devono fare i conti con un welfare che non aiuta le donne a conciliare il lavoro con la cura della famiglia. La spesa pubblica è molto sbilanciata sul fronte delle pensioni e della spesa sanitaria per gli anziani, dove vengono investite la maggior parte delle risorse disponibili. Infatti, per famiglie e giovani, viene impegnato solo il 3% della spesa totale (rispetto al 3,7% della media Ue).
Confartigianato ha analizzato anche costo e qualità dei servizi per la famiglia messi in campo dagli Enti locali. Dai dati emerge che soltanto il 57,3% dei Comuni italiani offre servizi di asili nido e servizi integrativi per l’infanzia e che l’utilizzo di queste strutture è molto basso: a livello nazionale soltanto il 12,9 dei bambini con meno di 3 anni ha usufruito di tali servizi. E il loro costo, pari in media a 1.649 euro annui per famiglia – nelle 9 principali città di Roma, Milano, Napoli, Torino, Palermo, Genova, Bologna, Firenze e Bari – è quello che incide di più (35,6%) sulla spesa complessiva delle famiglie per tributi e servizi locali. Tutto ciò si riflette sull’occupazione femminile e sulle condizioni per conciliare lavoro e famiglia: Confartigianato ha calcolato infatti che il tasso di occupazione delle donne senza figli è pari al 56,9%, ma scende al 53,2% per le donne con figli. La forbice si allarga per le donne tra 25 e 49 anni: in media il tasso di occupazione per quelle senza figli è del 70,4%, mentre precipita al 56,7% per quelle con figli. Percentuali che fanno dell’Italia il fanalino di coda in Europa dove il tasso medio di occupazione delle madri lavoratrici tocca il 71,3% e addirittura in Svezia arriva al tasso record dell’87,4%.