L’analisi della spesa sociale e i suoi squilibri
La Corte dei conti ha pubblicato la sua Relazione sulla spesa sociale negli enti territoriali (Deliberazione N. 18/SEZAUT/2025/FRG), analizzando gli esercizi 2019-2024. Lo studio conferma che la spesa sociale italiana, in rapporto al Pil, è nel complesso adeguata. Tuttavia, la Corte evidenzia una necessità di riequilibrio nella composizione di questa spesa. La componente previdenziale (pensioni) risulta significativa, portando a un relativo sottofinanziamento di altri settori di intervento sociale essenziali. Questo aspetto, unito alle dinamiche di calo demografico e invecchiamento della popolazione, richiede un attento monitoraggio per garantire la piena risposta ai bisogni crescenti di servizi socio-assistenziali.
La sfida dei servizi sul territorio
I servizi sociali a livello locale sono fondamentali per l’attuazione del welfare. La relazione rileva che, storicamente, lo sviluppo di questi servizi in Italia è avvenuto in modo eterogeneo. Di conseguenza, l’offerta e l’accesso alle prestazioni presentano differenze territoriali, anche tra aree della stessa Regione, influenzate da condizioni socioeconomiche locali e dalle scelte amministrative. Nonostante l’introduzione dei Livelli Essenziali delle Prestazioni Sociali (LEPS), la garanzia di uniformità minima resta una priorità.
Punti critici per gli enti locali
La sostenibilità e l’efficacia del sistema dipendono in larga misura dalla capacità operativa dei Comuni. La relazione individua diverse criticità strutturali che limitano l’azione degli enti locali, anche nell’utilizzo delle risorse dedicate, come quelle previste dal PNRR:
- La dotazione di personale non sempre è sufficiente o adeguatamente specializzata.
- Esistono difficoltà di bilancio e di reperimento fondi per la gestione ordinaria dei nuovi servizi attivati.
- Le procedure di affidamento dei servizi esterni registrano talvolta un basso interesse da parte degli operatori, con la conseguenza di gare che vanno deserte.
Queste sfide strutturali, insieme agli obiettivi di razionalizzazione della spesa corrente imposti dalla normativa di bilancio (2024-2028), impongono agli enti locali un impegnativo sforzo di riorganizzazione per assicurare l’adeguamento dei servizi alla domanda.
Prospettive future
La Corte suggerisce che la futura sostenibilità del welfare potrebbe essere garantita attraverso un modello gestionale misto. In questo scenario, lo Stato si concentrerebbe sulla programmazione e sul controllo, mentre la gestione operativa farebbe leva sulla sinergia tra il settore pubblico, il privato e il Terzo Settore. La necessità è quella di assicurare che l’evoluzione del sistema garantisca la piena tutela dei diritti sociali e la coesione sul territorio nazionale.