La seconda sessione dei lavori della VIII Conferenza Ifel è incentrata sul tema degli investimenti. È intervenuto per primo Walter Tortorella, Responsabile Dipartimento Studi ed economia territoriale IFEL, che ha descritto le dinamiche e gli scenari degli investimenti degli Enti locali. Partendo da un contesto macro-economico, Tortorella ha spiegato (qui le slide dell’intervento) che negli ultimi 10 anni la spesa in Italia è cresciuta ma senza tenere il passo degli altri Paesi europei. La dinamica degli investimenti è stata innegabilmente invertita dal 2013 a oggi, ma questo non può bastare se si considera che il nostro Paese è ai livelli del 2005. A livello locale si può notare che la contrazione della spesa è un fenomeno non solo italiano, ma più diffusamente europeo ( in controtendenza solo la Francia). E all’interno della penisola si coglie la tradizionale differenza di spesa in conto capitale tra centro-nord e mezzogiorno, che si appoggia soprattutto su risorse comunitarie. Il responsabile IFEL ha poi rimarcato il ruolo e l’importanza, sul piano degli investimenti, delle Imprese Pubbliche Nazionali e Locali, in particolar modo nel settore del green new deal. Tortorella ha concluso stigmatizzando i vincoli di sistema riferibili a una sovranormazione che crea incertezza interpretativa: un ‘labirinto’ di norme che imbriglia la capacità di spesa e blocca lo sviluppo degli Enti locali.
Durante la Conferenza Andrea Ferri, Responsabile del Dipartimento Finanza locale, ha ricordato come i Comuni abbiano garantito un contributo straordinario e sproporzionato al risanamento dei conti pubblici con 12,5 mld di euro tra tagli e restrizioni finanziarie (2011-15), con un contributo all’aggiustamento dei conti pari a oltre 9 mld (soli Comuni) e a 12,5 mld (enti locali), su un totale di 25 mld. “La riforma contabile – ha ricordato Ferri – congela 4,5 mld nel Fondo crediti dubbia esigibilità (FCDE) e pretende molti e gravosi adempimenti per i Comuni che incidono sulla spesa pubblica per il 7,4%, con un onere del debito molto elevato perché dipende da tassi fissi di oltre 15 anni fa: in media paghiamo il 4,5% (su 37,7 mld), mentre lo Stato emette titoli all’1%”.
“A partire dal 2011 – ha chiarito Ferri (qui le slide dell’intervento)– i Comuni riducono costantemente lo stock del proprio debito: circa 11 miliardi in meno (da 48,6 a 37,7), dal 2,6% nel 2011 all’1,6% nel 2018 sul totale P.A. Rimane però da Nord a Sud molto elevata l’incidenza del costo sui bilanci di molti Comuni, rendendo ulteriormente difficile la tenuta degli equilibri di parte corrente. Da molto tempo l’Anci sottopone invano a Governo e Parlamento la necessità di ripartire i costi del debito in misura più equa tra Stato e Comuni, i quali subiscono attualmente un tasso medio (4,5% circa) ben più alto rispetto ai tassi medi all’emissione dello Stato (1,1%). Nel complesso l’incidenza mediana del costo sostenuto dai Comuni per il debito contratto si attesta sul 9% della spesa corrente, con una diffusione piuttosto omogenea nelle diverse aree del Paese. L’analisi evidenzia un onere particolarmente elevato a carico dei Comuni più piccoli, costretti anche per questo motivo a scontare un eccessivo grado di rigidità dei propri bilanci”.
In questi anni, inoltre, hanno fortemente inciso sulle casse comunali la scarsa semplificazione degli adempimenti e «operazioni verità» su argomenti molto delicati, che amplificano le sofferenze non risolte, come le penali sui ritardi sui debiti commerciali e l’avvio della regolamentazione di ARERA sui rifiuti, nonché le riduzioni di personale generalizzate, accentuate da quota 100, che hanno impedito il ricambio generazionale in uffici critici, riduzione pari al 16% negli ultimi 8 anni. Non ultima una riforma del sistema di riscossione locale.
Ha fatto seguito la relazione dettagliata di Francesco Monaco – responsabile Dipartimento politiche di coesione e investimenti territoriali Anci/Ifel – sugli scenari e le dinamiche degli investimenti degli enti locali. Qui le slide dell’intervento.
“La creazione di Ifel è stata una scommessa di successo – ha esordito Angelo Rughetti – Responsabile Osservatorio Investimenti comunali Ifel – e questa ottava Conferenza lo dimostra. Ringrazio tutti per l’impegno profuso”. Nel suo stimolante intervento, articolato in due parti, ha poi riepilogato in primo luogo le criticità e i limiti che hanno penalizzato e ridotto in questi anni gli investimenti effettuati dal sistema degli enti locali, citando in primis le risorse scarse disponibili, sia per le Pa che per il settore privato, le regole di finanza pubblica che si sono susseguite a carattere torrentizio disorientando gli operatori locali. Rughetti non ha mancato anche di deplorare il demone della “burocrazia passiva” che ingessa spesso dirigenti e dipendenti nell’assumersi responsabilità di spesa per paura di incorrere nei rigori della legge (sono vigenti circa 150mila). La Frammentazione istituzionale è un’altra nequizia del sistema-Paese da lui stigmatizzata e, a suo dire, alimentata da una certa competizione negativa fra enti nel tentativo di accaparrarsi le risorse prima degli altri. Frammentazione che ha fatto il paio con l’incertezza normativa (continuo cambiamento delle norme) e con il blocco delle assunzioni nei Comuni che ha progressivamente indebolito le strutture operative. Infine, Rughetti ha sottolineato in chiave critica il continuo cambio d’indirizzo politico.
“Tutto ciò – ha ribadito – ha fatto perdere al sistema degli enti locali capacità di programmazione. Come rimediare? – si e chiesto… e poi ha aggiunto – Occorre lavorare per far maturare una diversa mentalità nella filiera istituzionale. Ecco perché abbiamo creato l’Osservatorio sugli investimenti pubblici con l’obiettivo di dare supporto concreto ai Comuni”. Per questa ragione ha annunciato la creazione di una piattaforma tecnologica denominata “Knowledge Hub”, che conterrà 20 funzioni per sostenere gli enti proponendo loro procedimenti amministrativi standardizzati e “sicuri” sotto tutti i profili, una sorta di best practice procedurali condivise e affidabili. La seconda proposta avanzata da Angelo Rughetti (qui le slide dell’intervento) riguarda la creazione di Centri di competenza tecnico-finanziari territoriali che, attraverso 4 funzioni basic, assistano gli enti locali in tutte le fasi relative alla realizzazione e al finanziamento delle infrastrutture.