È passato al Senato con 154 sì, 117 no e nessun astenuto il disegno di legge di conversione in legge del decreto-legge 20 giugno 2017, n. 91, recante disposizioni urgenti per la crescita economica nel Mezzogiorno. Il testo passa ora all’esame della Camera.
L’Aula di Palazzo Madama ha rinnovato al fiducia al Governo approvando il maxiemendamento governativo, comprensivo delle modifiche approvate in Commissione, che sostituisce il disegno di legge.
Il cuore del provvedimento sono le agevolazioni per i progetti imprenditoriali, tra cui la valorizzazione degli immobili abbandonati, presentati da giovani residenti al Sud o che intendono trasferirsi nelle Regioni del Mezzogiorno (Abruzzo, Basilicata, Calabria, Campania, Molise, Puglia, Sardegna e Sicilia), e l’introduzione di Zone economiche speciali (ZES) con una fiscalità agevolata.
Tra le ultime novità, approvate dal Senato, compaiono anche risorse per l’edilizia giudiziaria e misure per il completamento delle infrastrutture. Vengono inoltre ammessi i progetti che implicano consumo di suolo non edificato.
Edilizia giudiziaria, in arrivo 330 milioni di euro
Il Senato ha approvato uno stanziamento di 20 milioni per il 2017, 30 milioni per il 2018 e 40 milioni per ciascun anno dal 2019 al 2025 da destinare ad interventi urgenti connessi alla progettazione, ristrutturazione, ampliamento e messa in sicurezza delle strutture giudiziarie in Campania, Puglia, Calabria e Sicilia.
Completamento delle infrastrutture
Le risorse risparmiate con i ribassi d’asta, in fase di aggiudicazione definitiva della gara, non resteranno vincolate in un Fondo pluriennale ma potranno confluire e incrementare il quadro economico progettuale.
Incentivi per i progetti imprenditoriali dei giovani
Il disegno di legge introduce la misura “Resto al Sud” con incentivi ai progetti imprenditoriali presentati da giovani dai 18 ai 35 anni residenti nelle Regioni del Sud o che trasferiscano la residenza al Sud entro 60 giorni dalla presentazione della domanda (120 giorni se residenti all’estero).
Ogni progetto imprenditoriale potrà ottenere fino a 50mila euro. Nel caso in cui l’istanza sia presentata da più soggetti costituiti in società o cooperative, l’importo del finanziamento sarà pari a 50 mila euro per ogni socio fino ad un ammontare massimo complessivo di 200mila euro. Il 35% sarà un contributo a fondo perduto e il 65% un prestito a tasso zero da rimborsare in otto anni.
Valorizzazione di terreni e immobili abbandonati
Tra le agevolazioni della misura “Resto al Sud” è inclusa la valorizzazione di aree e immobili abbandonati. I progetti potranno riguardare anche le singole unità immobiliari. Gli immobili saranno destinati ad iniziative agricole, artigianali, commerciali e turistiche. Oltre alle attività turistico-ricettive, saranno finanziabili anche i servizi turistici.
Possibile il consumo di suolo non edificato
Gli ultimi emendamenti approvati dal Senato hanno ammesso anche i progetti che implicano cambi di destinazione d’uso e consumo di suolo non edificato, purchè conformi alle procedure di legge sugli strumenti urbanistici. La versione iniziale escludeva invece il consumo di ulteriore suolo.
Ricognizione delle terre abbandonate
I Comuni dovranno procedere alla ricognizione delle terre e degli immobili abbandonati entro sei mesi dall’entrata in vigore della legge. Entro i trenta giorni successivi dovranno inoltre pubblicare sul proprio sito istituzionale l’elenco dei beni oggetto di ricognizione.
Graduatoria regionale
Gli interessati dovranno presentare ad Invitalia le istanze per accedere alle agevolazioni del programma “Resto al Sud”, che valuterà la fattibilità e la sostenibilità dei progetti imprenditoriali. Ciascuna Regione, nell’ambito delle proprie risorse disponibili, potrà elaborare una graduatoria per finanziare gli eventuali progetti imprenditoriali approvati ma rimasti esclusi dal finanziamento a causa dell’esaurimento dei fondi disponibili.
Condizioni per l’accesso ai finanziamenti
Dal momento in cui accetta il finanziamento al termine del rimborso, il beneficiario non dovrà risultare titolare di un contratto a tempo indeterminato nè titolare di una attività di impresa.
Le imprese beneficiarie delle agevolazioni previste per le Zone economiche speciali (ZES) dovranno mantenere la loro attività nell’area almeno per sette anni dopo il completamento dell’investimento. In caso contrario, scatterà la revoca dei benefici erogati.