Tecnologie digitali e nuove formule organizzative aziendali e modelli di business: nel 2022 il 70% delle imprese ha investito in uno di questi ambiti della trasformazione digitale e il 41% ha adottato strategie di investimento in grado di combinare le 3 aree; dati superiori ai valori medi del quinquennio 2017-2021 (68% e 36%).
Per accompagnare la transizione 4.0 le imprese affiancano alla dotazione tecnologica figure cui è richiesto un portafoglio di competenze da applicare ai diversi processi aziendali, dagli analisti e progettisti di software, agli ingegneri elettronici e in telecomunicazioni fino agli ingegneri energetici e meccanici. Tra le figure tecniche i programmatori, i tecnici web e gli esperti in applicazioni, ma anche i tecnici dell’organizzazione della gestione dei fattori produttivi.
Emerge dalle analisi dei dati del volume “Competenze digitali, 2022” del Sistema Informativo Excelsior di Unioncamere e Anpal.
Complessivamente, le competenze digitali di base per la comunicazione visiva e multimediale sono richieste dalle imprese a 3 mln. di profili, le abilità relative all’utilizzo di linguaggi e metodi matematici e informatici a 2,7 mln. e la capacità di gestione di soluzioni innovative 4.0 a 1,9 mln. Le indagini evidenziano una difficoltà di reperimento, che si intensifica al crescere del grado di importanza attribuito alle skill richieste per lo svolgimento della professione; per le competenze digitali di base si passa da una difficoltà di reperimento del 41%; per le capacità matematico-informatiche il gap è dal 42% al 47%, mentre per le competenze 4.0 la difficoltà varia dal 43% al 47%.
Nel 2022 la domanda di e-skill mix (la padronanza di 2 delle 3 competenze) ha riguardato 823mila posizioni: il mix di competenze digitali è richiesto ai laureati per il 49% delle assunzioni nelle materie STEM come ingegneria elettronica e dell’informazione (88%) e scienze matematiche e fisiche ed informatiche (87%). La percentuale più alta (54%) di e-skill mix riguarda i diplomati ITS Academy a dimostrazione della centralità di questi percorsi nei processi di trasformazione digitale e del loro collegamento con le esigenze del tessuto imprenditoriale e produttivo.
A livello territoriale, le province di Milano con 113mila assunzioni, Torino con 44mila, Bologna con 23mila e Brescia con 22mila detengono il maggior numero di assunzioni per capacità di utilizzare linguaggi e metodi matematici e informatici. Per quanto riguarda le competenze digitali di base: 168mila lavoratori richiesti in provincia di Milano, 126mila a Roma, 57mila a Torino e 55mila in provincia di Napoli. Le stesse province occupano le prime 4 posizioni nella graduatoria dei territori in cui è importante il possesso di competenze 4.0.
Fonte: Unioncamere