Fino al 1° ottobre potranno essere trasmesse all’Unione nazionale dei Comuni, delle Comunità e degli Enti montani le segnalazioni delle aree italiane in cui la telefonia mobile non prende. Se nel proprio Comune o nelle zone limitrofe non c’è campo per effettuare telefonate con i cellulari e navigare in Internet, gli interessati possono scrivere una mail di segnalazione all’indirizzo di posta elettronica uncem.nazionale@uncem.net con la specifica riferita al nome del paese, della frazione o del borgo, nonché con la precisazione di eventuali tratti di strada, codice di avviamento postale e coordinate geografiche. Uncem, sta infatti raccogliendo tutti gli avvisi giunti in tal senso ed entro la prima settimana di ottobre consegnerà l’elenco redatto alle aziende di telecomunicazioni, alle loro associazioni di rappresentanza, come pure al Governo e al Parlamento, all’AgCom, ai CoReCom e agli europarlamentari, al fine di risolvere in tempi brevi il problema.
Tra le diverse richieste dell’Uncem vi è la necessaria capillarizzazione da parte degli operatori privati ad ampliare la copertura, anche in virtù dell’avvento del 5G. Una proposta riguarda poi AgCom che, secondo l’Uncem, dovrebbe permettere ai Comuni (o ai privati) di acquistare ripetitori, installarli e inserirli sulla rete. L’Unione nazionale dei Comuni, delle Comunità e degli Enti montani ritiene che questa strada vada urgentemente percorsa, superando quanto fatto fino a oggi dalle telecomunicazioni. Un terzo punto che l’Uncem sottoporrà al Governo riguarderà infine l’inserimento della telefonia mobile nella nuova programmazione 2021-202, individuando nell’ambito dei Por Fesr le risorse economiche per i ripetitori telefonici.
“Abbiamo sempre detto che non poter telefonare è un’emergenza grave che viene prima della mancanza di fibra ottica e wifi per Internet – ha detto il presidente dell’Uncem, Marco Bussone – perché è prima di tutto una questione di sicurezza, in montagna e non solo. Le compagnie telefoniche ci dicono di coprire il 95% della popolazione. Peccato che il restante 5% viva nel 15% del territorio del Paese. E questa ultima percentuale raddoppia se aggiungiamo aree sopra i 1.500 metri di altitudine dove non vi sono paesi, insediamenti. E’ gravissimo che nessuno se ne occupi. Qualche interrogazione in Parlamento, ma il Governo non se ne è mai occupato nonostante le nostre segnalazioni”.