Nella recente audizione in videoconferenza presso la Commissione Istruzione del Senato nell’ambito dell’esame, in prima lettura, in sede referente, del DL 22/2020 recante “Misure urgenti sulla regolare conclusione e l’ordinato avvio dell’anno scolastico e sullo svolgimento degli esami di Stato”, l’Ance ha evidenziato che lo stato di sicurezza degli edifici scolastici del nostro Paese continua a destare preoccupazione, sia per la vetustà degli edifici, sia per l’elevato livello di esposizione ai rischi naturali. Secondo i dati dell’Anagrafe dell’edilizia scolastica, dei 40.160 edifici attivi, il 55% è stato costruito prima dell’emanazione delle norme antisismiche (1974) e circa il 43% risulta situato in zone ad alto rischio sismico (1 e 2). Inoltre, a oggi, il 46,2% degli edifici scolastici non possiede il certificato di collaudo statico, il 75,5% non ha quello di prevenzione incendi e il 61% non ha quello di agibilità/abitabilità. Considerata, pertanto, la necessità di avere scuole moderne e sostenibili e che garantiscano il distanziamento sociale richiesto dalla crisi epidemiologica in atto, l’Associazione dei costruttori ha sottolineato che la chiusura delle scuole per l’emergenza possa e debba essere l’occasione giusta per realizzare un piano di investimenti di manutenzione, adeguamento e messa in sicurezza del patrimonio edilizio scolastico. Le risorse per realizzare i suddetti interventi di messa in sicurezza e di adeguamento delle strutture scolastiche non mancano. Infatti, a partire dal 2014 sono stati stanziati più di 10 miliardi di euro e sono stati compiuti importantissimi passi in avanti in termini di programmazione e governance: l’attivazione della Struttura di Missione presso la Presidenza del Consiglio, la creazione di una Programmazione unica triennale, l’implementazione dell’Anagrafe nazionale dell’edilizia scolastica e la ricostituzione dell’Osservatorio nazionale per l’edilizia scolastica. Alla luce di tali considerazioni, l’Ance chiesto un intervento immediato, un vero e proprio Piano Marshall, che consenta di accelerare la realizzazione degli investimenti superando le difficoltà che rallentano l’effettivo utilizzo delle risorse destinate agli investimenti nel nostro Paese, anche quelle per l’edilizia scolastica. E ha proposto, di conseguenza, la creazione di un Fondo unico (cd. Fondo “Piano Italia”) per gli investimenti degli enti locali nel quale ricomprendere tutte le risorse che negli ultimi anni sono state stanziate per investimenti dei Comuni, quantificate in circa 30 miliardi di euro, da destinarsi a un grande piano di investimenti territoriali, orientato alla sostenibilità ambientale e sociale che consideri l’edilizia scolastica una componente importante.
Si tratta di risorse già stanziate, su un orizzonte temporale che arriva fino al 2034, che risultano suddivise in una pluralità programmi di spesa prevedendo modalità di riparto e di attuazione diverse tra loro, che spesso rimangono inattuate per la complessità delle procedure programmatorie previste (es. concerto di più ministeri). Al riguardo, l’Associazione propone che tali risorse siano anticipate attraverso l’attivazione di mutui con CDP/BEI, con un meccanismo analogo a quello già adottato proprio per l’edilizia scolastica attraverso mutui BEI, che renderebbe subito disponibili 26 miliardi di euro per i Comuni (13 miliardi per ciascuno degli anni 2020 e 2021). Per accelerare, poi, l’effettiva spesa delle suddette risorse, che attraverso l’anticipazione di CDP/BEI si renderanno disponibili, suggerisce di replicare le procedure già adottate dal Programma di investimenti per i piccoli Comuni, di cui alla Legge di bilancio per il 2019 (L. 145/2018 art. 1 comma 107) stabilizzato ed esteso a tutti i Comuni dalla Legge di bilancio per il 2020 (L. 160/2019 art. 1, comma 29). Il programma del 2019 ha, infatti, dimostrato di essere uno strumento efficace per fare partire i cantieri e utilizzare rapidamente le risorse. Con meccanismo analogo, propone di anticipare al biennio 2020 e 2021 anche le risorse pluriennali destinate alle Province, che in gran parte riguardano anche interventi di edilizia scolastica. Si tratta di ulteriori 9 miliardi di euro che potranno essere anticipati attraverso l’attivazione di mutui con CDP/BEI, da ripartire tra il 2020 e il 2021 e destinare con tempi certi e termini perentori per l’avvio dei lavori.
Al fine di alimentare questi due canali di spesa semplificati, l’Associazione propone, infine, di aumentare le risorse destinate alla progettazione degli enti pubblici da assegnare in tempi rapidissimi per incrementare la platea di progetti definitivi che potranno essere velocemente posti a base di gara. Al riguardo ricorda che la Legge di bilancio per il 2020 (L. 145/2019, art. 1 co. 51) ha previsto l’istituzione di uno specifico Fondo per la progettazione degli enti locali, dotato complessivamente di 2,8 miliardi di euro nei prossimi 15 anni, che occorre anticipare attraverso mutui CDP/BEI, e attivare rapidamente per sostenere l’attività d’investimento a livello territoriale.