Il presidente cubano Raul Castro ha ricevuto Barack Obama al Palazzo della Rivoluzione, con una vigorosa stretta di mano. Per la prima volta l’inno degli Stati Uniti è risuonato nello storico Palazzo come prologo dell’incontro a porte chiuse durato circa un’ora e mezza. E’ stato il terzo faccia a faccia tra i due leader, dall’annuncio del disgelo tra Cuba e gli Stati Uniti, dopo quelli del Summit delle Americhe dell’aprile 2015 e quello dell’Assemblea Generale ONU a New York nel settembre dello scorso anno. Ma è la prima volta che i due leader s’incontrano sul territorio cubano e in una sede governativa.
Durante il bilaterale Raul Castro è stato il primo a prendere la parola, dicendosi lieto di ospitare Obama “primo presidente degli Stati Uniti nel nostro Paese da 88 anni”, sottolineando inoltre i “risultati concreti ottenuti” ed elencando gli accordi raggiunti tra Cuba e Usa. “Ora via l’embargo – ha detto Castro” e che l’embargo terminerà è la promessa del presidente americano durante la conferenza stampa. “Quando finirà – ha detto Obama – non posso dirlo con sicurezza. Il percorso andrà avanti oltre la mia amministrazione. La ragione è logica. Quello che abbiamo fatto per 50 anni non è servito agli interessi degli Stati Uniti e nemmeno a quelli dei cubani. Se continui a fare una cosa per cinquanta anni e non funziona, ha senso provare qualcosa di nuovo”. Raul Castro ha sottolineato i risultati concreti ottenuti nei 15 mesi trascorsi dalla decisione di riallacciare le relazioni diplomatiche, come ad esempio, “il riavvio di un servizio postale diretto e l’accordo per far ripartire i voli commerciali tra i due Paesi”. “Ci sono profonde differenze tra Cuba e gli Stati Uniti, che non spariranno – ha sottolineato il premier cubano – visto che abbiamo idee diverse su molti argomenti, come la democrazia, i sistemi politici, i diritti umani, le relazioni internazionali, la pace e la stabilità nel mondo”. Ma Castro ha detto di augurarsi “un nuovo tipo di relazione, mai esistita prima d’ora. Distruggere un ponte è facile e veloce, ricostruirlo solidamente è molto più lungo e difficile”. “Il governo rivoluzionario vuole andare avanti con la normalizzazione delle nostre relazioni, nella convinzione che si possa coesistere e cooperare in modo civile”. La risposta del presidente Obama è stata: “Il nostro impegno crescente con Cuba è guidato dall’obiettivo di far avanzare gli interessi del nostro continente e la vita della gente dei nostri Paesi”.