L’onda di aumenti contrattuali previsti per gli stipendi degli statali potrebbe compromettere in molti casi l’accredito degli 80 euro di bonus introdotti dal governo Renzi.
In altre parole, l’incremento dello stipendio in arrivo potrebbe ridurre o azzerare il bonus dei dipendenti pubblici che ne beneficiano.
Per correre ai ripari, ed evitare questo effetto paradosso, una soluzione potrebbe essere quella di prevedere una sorta di compensazione per la perdita del bonus. E’ l’ipotesi indicata nell’Atto di indirizzo sui rinnovi contrattuali che il ministero della Pubblica Amministrazione invierà all’Aran, l’agenzia che rappresenta le pubbliche amministrazioni italiane nella contrattazione collettiva nazionale.
Nella bozza di 17 pagine si legge che in relazione “alle finalità cui destinare le risorse finanziarie destinate alla contrattazione e, segnatamente, agli incrementi contrattuali, le parti valuteranno l’ipotesi di riconoscere, ad una platea di beneficiari individuata sulla base dei trattamenti stipendiali in godimento, un elemento retributivo distinto dallo stipendio” anche con “finalità compensative” della “prevedibile diminuzione” del beneficio introdotto dal governo Renzi.
A usufruire del bonus sono i dipendenti che hanno un reddito complessivo dai 24 ai 26mila euro. Il beneficio di 80 euro per un totale annuo di 960 euro è infatti riconosciuto ai lavoratori dipendenti che guadagnano fino a 24mila euro. Al superamento di questo limite il credito decresce fino ad azzerarsi al raggiungimento di 26mila euro.