Pubblicato il nuovo report “La spesa ICT nella PA italiana – Percorsi e trend in atto 2022-2025”, realizzato dall’Agenzia per l’Italia Digitale con il supporto scientifico del Politecnico di Milano. Ne da notizia l’AgID con un comunicato pubblicato sul proprio sito istituzionale.
Il documento, giunto alla quinta edizione, analizza i trend di spesa delle amministrazioni centrali e locali italiane tra il 2022 e il 2025, grazie alla raccolta e all’analisi di dati e informazioni su un insieme di Amministrazioni che rappresentano la gran parte della spesa pubblica italiana destinata all’ICT.
La rilevazione ha coinvolto 77 Enti: 28 Amministrazioni Centrali (Ministeri e PCM, Agenzie fiscali, Corte dei Conti, ISTAT, CNR, ENEA, INFN, INPS, INAIL, ACI), 21 Amministrazioni Regionali e Province Autonome, 14 Città Metropolitane e 14 Comuni capoluogo delle Città Metropolitane.
L’andamento della spesa ICT per il panel coinvolto – si legge nel comunicato – presenta un tasso annuo di crescita composito del 12% tra il 2022 e il 2023 19% annuo tra il 2022 e il 2025, passando da circa 3,8 miliardi di euro a quasi 5 miliardi, trainata verosimilmente dal Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza.
Tutti i comparti evidenziano una prevalenza della spesa operativa rispetto a quella in conto capitale, destinata soprattutto alla manutenzione e ai presidi hardware e software. Nonostante la prevalenza delle componenti di spesa rivolte al funzionamento operativo dell’Ente, le Amministrazioni dimostrano di orientare le proprie risorse verso interventi che siano effettivamente in grado di innovare i propri processi e di concretizzare il progresso digitale.
Particolarmente significativo è il dato relativo alla spesa per innovazione, che raggiunge una media del 44% della spesa totale, in crescita rispetto al 26% registrato nella precedente rilevazione, con un’attenzione al cloud e cybersecurity: una tendenza che segnala la volontà delle Amministrazioni di investire in interventi trasformativi e non solo in attività di mantenimento.
A livello di distribuzione, le amministrazioni centrali incidono per il 73% della spesa, mentre gli enti locali restano più distanti, anche se le Città Metropolitane hanno realizzato progressi significativi.
Importante anche il ricorso agli strumenti di acquisto centralizzati (Consip e Centrali di committenza), che risulta oramai consolidato: tramite questi canali transita l’85% della spesa ICT prevista, un’attenzione alla trasparenza e ai risparmi, sia in termini di costi che di tempi nelle procedure di acquisto.
L’analisi rileva, infine, come gli investimenti per i servizi e le infrastrutture rappresentino i principali ambiti in termini di spesa, seguiti da quelli destinati alla realizzazione di piattaforme. Alla luce dei percorsi e dei trend analizzati, l’innovazione digitale appare essere un cammino intrapreso da tutte le amministrazioni, interessando soprattutto la trasformazione dei servizi offerti all’utenza privata e aziendale (piattaforme abilitanti e servizi digitali).
Per saperne di più
Per maggiori approfondimenti è possibile consultare l’intero report “La spesa ICT nella PA italiana – Percorsi e trend in atto 2022-2025”.
Fonte: AgID