La filiera italiana del software mantiene una traiettoria di sviluppo solida, ma mostra segnali di rallentamento. Nel 2024 il fatturato complessivo delle oltre 25.900 aziende del settore ha raggiunto i 66,7 miliardi di euro, con una crescita dell’8,3% rispetto all’anno precedente. Per il 2025 il mercato prevede un ulteriore aumento del 5,2%, fino a quota 70,1 miliardi.
Il rallentamento è più evidente tra le 30 principali aziende, che rappresentano il 28% del fatturato totale e hanno registrato una crescita media del 5,5%. Le grandi realtà internazionali con offerte miste di hardware e software hanno mostrato performance più contenute o addirittura cali, mentre le imprese italiane più agili stanno consolidando la propria offerta attraverso acquisizioni mirate. Le aziende medio-piccole continuano invece a crescere a doppia cifra.
Anche i servizi legati al software, come system integrator e consulenze digitali, registrano un rallentamento marcato: la crescita è scesa dal 19,4% del 2023 all’8,1% del 2024. La peculiarità del mercato italiano, dove le software house entrano direttamente nel rapporto con il cliente, sta modificando gli equilibri, erodendo la posizione dei grandi operatori.
Gli incentivi pubblici hanno sostenuto la crescita: il PNRR ha spinto il settore pubblico, mentre il piano “Transizione 4.0” ha supportato le aziende private fino a gennaio 2025. Il settore software resta strategico per il Paese, anche in chiave di sovranità digitale e di sviluppo dell’Intelligenza Artificiale, che già oggi è integrata, anche se marginalmente, nel 68% delle soluzioni offerte.
Il tessuto produttivo italiano è però frammentato: mancano grandi player nazionali in grado di competere a livello internazionale, a differenza di Germania, Francia e Spagna. Nonostante ciò, le medie imprese guidano la crescita dell’adozione dei software gestionali e gli investimenti in ricerca e sviluppo restano elevati, tra il 10 e il 15% del fatturato.
In cinque anni, 161 startup italiane del software hanno raccolto 274,3 milioni di dollari, con l’AI come principale ambito di sviluppo. Il settore mostra così un forte potenziale innovativo, che può crescere solo se supportato da infrastrutture, capitali stabili e politiche pubbliche coerenti.