Si è tenuta in ANCI la riunione di coordinamento sulla sicurezza urbana e sulla sicurezza integrata per fare il punto circa lo stato dell’arte sui nuovi strumenti previsti dalla legge sulla sicurezza nelle città D.L. 14/2017 e che ha visto la partecipazione dei rappresentanti dei Comuni di: Bari, Bologna, Catania, Firenze, Milano, Napoli, Padova, Palermo, Roma, Torino, Trieste, Venezia e Verona anche a seguito della recente adozione delle linee guida per la promozione della sicurezza urbana adottate in sede di Conferenza Stato Città ed Autonomie locali nonché delle direttive a firma del Ministro dell’Interno On. Matteo Salvini.
Ne ha dato conto un comunicato della stessa Associazione Nazionale Comuni Italiani.
Al fine di dispiegare nelle città le azioni sulla sicurezza urbana è stata da più parti segnalata la necessità impellente di adottare i decreti attuativi che risultano in elaborazione da oltre un anno e relativi all’accesso da parte delle polizie locali alla banca dati delle forze di polizia nonché al decreto che fissa i criteri generali per favorire la cooperazione, anche operativa, tra le forze di polizia e le polizie locali. Si tratta di strumenti essenziali per il completamento del quadro normativo e regolamentare delle attività di sicurezza urbana.
Durante l’incontro è emersa all’unanimità la richiesta di accesso al CED interforze da parte delle polizie locali non limitato ai veicoli e ai documenti smarriti e rubati o solo ai permessi di soggiorno dei cittadini stranieri ma esteso anche a tutte le altre fattispecie previste e conseguenti alla legge sulla sicurezza delle città, ivi compresi quindi l’accesso alle informazioni sui singoli soggetti. Tale strumento è di fondamentale importanza anche in relazione alle attività richieste dalla norma in merito all’efficacia del cd Daspo Urbano, ovvero all’ordine di allontanamento emanato dalle polizie locali e al Divieto di accesso disposto dal Questore. Informazioni senza le quali è impossibile poter fare rispettare i nuovi istituti previsti nonché per il contrasto della prostituzione su strada, dell’uso e dello spaccio di stupefacenti, ecc.
In tal senso è stato altresì segnalata come urgente ed impellente la necessità di programmare sul territorio quanto già previsto dalla norma all’art. 2 comma 1 lett. c) in ordine all’aggiornamento professionale integrato con appuntamenti congiunti tra le polizie locali e le forze di polizia. Sulla formazione del personale ci si è soffermati anche in relazione alle recenti assunzioni di nuovi operatori di polizia locale nei comuni e sul rilancio dei protocolli a livello locale che favoriscano la interconnessione e lo scambio collaborativo tra le istituzioni per il contrasto delle droghe ed in particolare nel fenomeno che coinvolge le strutture scolastiche.
L’appuntamento è stato anche l’occasione per una lettura ordinata della Direttiva recentemente emanata sulle “Scuole Sicure” e di quelle sulle occupazione abusive di immobili. Si è preso atto della novità inerente il metodo per una presentazione di progetti da concordare in prefettura ed in tal senso nel ribadire la inadeguatezza delle risorse previste per sole 15 città, lasciando fuori altre 129 città con popolazione superiore ai 50 mila abitanti, si è innanzitutto avviato un confronto operativo circa l’attuazione dei protocolli di buone pratiche avviati, come nel Comune di Milano, Venezia, Torino, Napoli, sul contrasto alle droghe ed ai fenomeni di disagio minorile in ambito scolastico. Si è presa visione inoltre del testo del recente protocollo sottoscritto a Milano. Si è ribadito un approccio al tema basato sulla prevenzione e con la partecipazione delle diverse istituzioni coinvolte e con l’adesione dell’Arma dei Carabinieri e della Guardia di Finanza.
Considerata l’entità delle risorse previste, pari complessivamente a 2.5 milioni di euro da ripartire poi per ciascun centro urbano, l’orizzonte temporale dell’anno scolastico entro il quale realizzare le attività nonché i vincoli normativi esistenti, i Comuni si trovano a poter concretamente mettere in campo mirate iniziative, a partire dai sistemi di videosorveglianza, anche di tipo mobile e dalle attività di formazione ed informazione dei giovani, dei docenti e delle famiglie sul tema. Sono state però poste delle questioni rilevanti e strettamente connesse all’operatività. La prima, legata alle carenze di personale delle Polizie Locali per la quali è sempre più urgente superare il limite del 100 per cento del turn over per avviare una necessaria assunzione di nuove figure in organici sottodotati. Attualmente anche le assunzioni a tempo determinato, teoricamente previste dalla direttiva in questione, devono fare i conti con i tetti massimi sul personale ai quali non è ora possibile derogare. Inoltre, si segnala anche il limite nell’utilizzo dello straordinario per il potenziamento dei servizi che non permette di programmare la dovuta operatività. E’ necessario il riconoscimento di deroghe per la sezione sicurezza del contratto degli enti locali. E’ stata infine proposta ed adottata la necessità di disporre di basi informative comunali sui temi indicati anche attraverso un progetto condiviso tra le città.