Il panorama dei servizi digitali è oggi notevolmente diverso rispetto a quello di 20 anni fa, quando è stata adottata la direttiva sul commercio elettronico. Gli intermediari online sono diventati attori di vitale importanza per la trasformazione digitale. Le piattaforme online, in particolare, hanno creato vantaggi significativi per i consumatori e per l’innovazione, hanno agevolato gli scambi transfrontalieri all’interno e all’esterno dell’Unione e hanno aperto nuove prospettive a un’ampia gamma di aziende e di operatori commerciali europei. Allo stesso tempo, possono essere utilizzate come mezzo per la diffusione di contenuti illegali o per la vendita online di beni o servizi illegali. Alcuni grandi operatori sono diventati spazi quasi pubblici per la condivisione d’informazioni e per il commercio online e hanno assunto una natura sistemica, il che comporta rischi particolari per i diritti degli utenti, i flussi di informazioni e la partecipazione del pubblico.
In virtù della legge sui servizi digitali, obblighi vincolanti a livello dell’UE si applicheranno a tutti i servizi digitali che collegano i consumatori a beni, servizi o contenuti e saranno previste nuove procedure per una più rapida rimozione dei contenuti illegali e una protezione globale dei diritti fondamentali degli utenti online. Il nuovo quadro riequilibrerà i diritti e le responsabilità degli utenti, delle piattaforme di intermediazione e delle autorità pubbliche e si baserà sui valori europei, compresi il rispetto dei diritti umani, la libertà, la democrazia, l’uguaglianza e lo Stato di diritto. La proposta integra il piano d’azione per la democrazia europea volto a rendere le democrazie più resilienti. Concretamente, la legge sui mercati digitali introdurrà una serie di nuovi obblighi armonizzati per i servizi digitali a livello dell’UE, attentamente calibrati in funzione delle dimensioni di tali servizi e del loro impatto, quali:
*norme per la rimozione di beni, servizi o contenuti illegali online;
*garanzie per gli utenti i cui contenuti sono stati erroneamente cancellati dalle piattaforme;
*nuovi obblighi per le piattaforme di grandi dimensioni di adottare misure basate sul rischio al fine di prevenire abusi dei loro sistemi;
*misure di trasparenza di ampia portata, anche per quanto riguarda la pubblicità online e gli algoritmi utilizzati per consigliare contenuti agli utenti;
*nuovi poteri per verificare il funzionamento delle piattaforme, anche agevolando l’accesso dei ricercatori a dati chiave delle piattaforme;
*nuove norme sulla tracciabilità degli utenti commerciali nei mercati online, per contribuire a rintracciare i venditori di beni o servizi illegali;
*un processo di cooperazione innovativo tra le autorità pubbliche per garantire un’applicazione efficace in tutto il mercato unico.
Le piattaforme che raggiungono più del 10% della popolazione dell’UE (45 milioni di utenti) sono considerate di natura sistemica e sono soggette non solo a obblighi specifici di controllo dei propri rischi ma anche all’introduzione di una nuova struttura di sorveglianza. All’interno di questo nuovo quadro in materia di responsabilità si inserirà l’attività di un consiglio dei coordinatori nazionali dei servizi digitali, e la Commissione sarà dotata di poteri speciali per quanto riguarda la supervisione delle piattaforme molto grandi, anche con la possibilità di sanzionarle direttamente.
La legge sui mercati digitali affronta, invece. le conseguenze negative derivanti da determinati comportamenti delle piattaforme che hanno assunto il ruolo di controllori dell’accesso al mercato digitale. Si tratta di piattaforme che hanno un impatto significativo sul mercato interno, fungono da importante punto di accesso attraverso il quale gli utenti commerciali raggiungono i consumatori e godono, o potranno presumibilmente godere, di una posizione consolidata e duratura, che può conferire loro il potere di agire come legislatori privati e di costituire una strozzatura tra le aziende e i consumatori. Talvolta queste imprese hanno il controllo su interi ecosistemi di piattaforme e, qualora un controllore dell’accesso ponga in essere pratiche commerciali sleali, servizi preziosi e innovativi dei suoi utenti e concorrenti commerciali potrebbero non giungere al consumatore o il processo di accesso potrebbe essere rallentato. Questo si verifica ad esempio quando queste pratiche comportano l’uso sleale dei dati delle aziende attive su tali piattaforme o determinano situazioni in cui gli utenti sono vincolati a un determinato servizio e hanno poche possibilità di sceglierne un altro.
La legge sui mercati digitali si basa sul regolamento sulle relazioni piattaforme/imprese, sui risultati dell’osservatorio dell’economia delle piattaforme online e sulla vasta esperienza maturata dalla Commissione in materia di mercati online tramite l’applicazione del diritto della concorrenza. In particolare stabilisce norme armonizzate definendo e vietando le pratiche sleali messe in atto dai controllori dell’accesso e prevedendo un meccanismo di applicazione basato su indagini di mercato. Lo stesso meccanismo garantirà l’aggiornamento degli obblighi stabiliti nel regolamento in funzione della realtà digitale in costante evoluzione. Concretamente, la legge sui mercati digitali:
*si applicherà solo ai principali fornitori dei servizi di piattaforme di base più inclini a ricorrere a pratiche sleali, come i motori di ricerca, i social network o i servizi di intermediazione online, che soddisfano i criteri legislativi oggettivi per essere designati come controllori dell’accesso;
*fisserà soglie quantitative come base per individuare controllori dell’accesso presunti. La Commissione avrà inoltre la facoltà di designare *imprese che fungano da controllori dell’accesso, a seguito di un’indagine di mercato;
*vieterà una serie di pratiche chiaramente sleali, come impedire agli utenti di disinstallare software o applicazioni preinstallati;
*imporrà ai controllori dell’accesso di predisporre in modo proattivo determinate misure, ad esempio misure mirate che consentano al software di terzi di funzionare correttamente e di interoperare con i loro servizi;
*prevederà sanzioni in caso di inadempienza, che potrebbero comprendere ammende fino al 10% del fatturato mondiale del controllore dell’accesso, al fine di garantire l’efficacia delle nuove norme. In caso di recidiva, queste sanzioni possono prevedere anche l’obbligo di adottare misure strutturali, fino all’eventuale cessione di determinate attività nei casi in cui non siano disponibili altre misure alternative altrettanto efficaci per garantire il rispetto delle norme;
*consentirà alla Commissione di svolgere indagini di mercato mirate per valutare se a tali norme debbano essere aggiunte nuove pratiche e nuovi servizi dei controllori dell’accesso al fine di garantire che le nuove norme relative ai controllori dell’accesso tengano il passo con la rapida evoluzione dei mercati digitali.
Il Parlamento europeo e gli Stati membri discuteranno le proposte della Commissione nell’ambito della procedura legislativa ordinaria. In caso di adozione, il testo definitivo sarà direttamente applicabile in tutta l’Unione europea.
La legge sui servizi digitali e la legge sui mercati digitali costituiscono la risposta europea al profondo processo di riflessione in cui la Commissione, gli Stati membri dell’UE e molti altri ordinamenti si sono impegnati negli ultimi anni per comprendere gli effetti della digitalizzazione – e più precisamente delle piattaforme online – sui diritti fondamentali, sulla concorrenza e, più in generale, sulle nostre società ed economie. Nel quadro della messa a punto di questo pacchetto legislativo la Commissione ha consultato un’ampia gamma di portatori di interessi. Durante l’estate del 2020 la Commissione ha consultato i portatori di interessi al fine di sostenere ulteriormente il lavoro di analisi e raccolta di elementi di prova per definire le questioni specifiche che potrebbero richiedere un intervento a livello dell’UE nel contesto della legge sui servizi digitali e del nuovo strumento in materia di concorrenza, che sono serviti da base per la proposta di legge sui mercati digitali. Le consultazioni pubbliche aperte in preparazione del pacchetto odierno, che si sono svolte da giugno 2020 a settembre 2020, hanno ricevuto più di 3 000 risposte provenienti da tutti gli ambiti dell’economia digitale e da ogni parte del mondo.
Fonte: Unione europea