Taxi, controllori di volo, insegnanti e funzionari pubblici: Parigi si è fermata ieri per una serie di proteste che rivendicano un aumento del potere d’acquisto e per un blocco dei taxi. Ci sono stati incidenti a Ovest della capitale, dove i tassisti hanno bloccato la circolazione nei due sensi, sul périphérique, l’anello stradale che circonda Parigi, dando fuoco a pneumatici che hanno sprigionato dense nuvole di fumo nero. Dopo qualche lancio di pietre, le forze dell’ordine sono intervenute per sgomberare le barricate e tentare di ristabilire la circolazione attorno alla Porte Maillot. Sono stati arrestati 19 manifestanti per “violenze volontarie, porto d’armi e incendio volontario”.
Disagi pesantissimi in città e attorno ai suoi due principali aeroporti, Roissy e Orly, dove già nelle prime ore della mattina sono stati segnalati incidenti. A Orly un manifestante è stato ferito nell’investimento da parte di un bus navetta che tentava di forzare il blocco. L’autista è stato fermato dalla polizia e ha spiegato di aver accelerato in preda al panico. Lo sciopero dei taxi in Francia contro Uber e le applicazioni Ncc (noleggio auto con conducente) è stato prorogato fino a mercoledì. Tra l’altro, gli automobilisti parigini sono invitati ad evitare l’est e l’ovest della capitale, zone che saranno particolarmente coinvolte dal secondo giorno di proteste dei tassisti. “Oggi è in gioco la nostra sopravvivenza, ne abbiamo abbastanza di riunioni, di negoziati” ha detto Ibrahim Sylla, portavoce dell’associazione Taxis de France. Secondo la prefettura circa 1.500 tassisti hanno manifestato in varie aree, soprattutto a Orly. All’interno di Parigi, circa 140 veicoli si sono radunati davanti al ministero dell’Economia, mentre i tassisti brandiscono cartelli con le scritte “Terrorismo economico”, “Basta con la deregulation”. Una precedente protesta, a giugno scorso, era stata costellata di violenze. Allora i tassisti si erano scagliati contro UberPop, servizio low cost del colosso VTC Uber. UberPop è stata poi vietata, ma il settore dei taxi parigini sostiene di aver subito un calo di attività tra il 20 e il 30%.
Lo stop ai taxi coincide con lo sciopero di 5,6 milioni di dipendenti pubblici, sottoposti a un regime di austerità dal luglio 2010, che chiedono lo sblocco dei salari. Alle proteste si sono uniti gli insegnanti, mobilitati contro la riforma dell’istruzione secondaria, i dipendenti della Sicurezza sociale di alcuni settori sanitari e assistenziali privati, oltre che i controllori di volo. Oltre al calo del potere d’acquisto i sindacati del pubblico impiego denunciano “la perdita di posti di lavoro in settori chiave della funzione pubblica”, come l’insegnamento.