Non si arrestano gli atti d’intimidazione ai danni di Sindaci e amministratori locali. Questa volta i malviventi hanno colpito in Sardegna. Nella notte fatta saltare una sede del PD a Dorgali e data alle fiamme l’auto di Matteo Piras, Primo cittadino di Cardedu, Comune costiero dell’Ogliastra. La vettura, un’Audi A4, è andata completamente distrutta.
“Un gesto assurdo totalmente inaspettato, ma io non mi arrendo, andrò avanti, la democrazia non può finire con questi atti altrimenti vivremmo nella giungla – ha commentato a caldo Piras e ha aggiunto – Il modo per farmi conoscere le problematiche sarebbe dovuto essere un altro: venire a dirmelo a voce, in maniera civile – aggiunge – Vivo in mezzo ai miei concittadini, mi avrebbero potuto fermare anche per strada: avremmo chiarito in questo modo. Non so davvero cosa pensare, so solo che stiamo lavorando duramente – ha proseguito – stiamo portando a compimento il piano urbanistico comunale che sarà pronto tra un mese. Sono in atto i lavori fermi dal 1951 dopo l’alluvione di Gairo. Davvero non so cosa pensare, so solo che è un atto gravissimo e lavorare in questi paesi sta diventando difficile”. “Esprimo a nome mio e di tutta la Giunta la totale solidarietà e la più sentita vicinanza al Sindaco di Cardedu, Matteo Piras, per il vile attentato subìto la scorsa notte. Questo gesto criminale è ancor più deprecabile poiché messo in atto nei confronti di un amministratore pubblico che con coraggio, quotidianamente, è impegnato per la sua comunità”. Gli ha fatta immediata eco il governatore della Sardegna, Christian Solinas. Sulla stessa lunghezza d’onda Emiliano Deiana, presidente di Anci Sardegna, in un post su Internet: “Stanotte una mano vigliacca ha incendiato la macchina del Sindaco di Cardedu e componente del Consiglio Regionale di Anci Sardegna, Matteo Piras, Non ci sono più parole per definire la pericolosità della condizione di Sindaco e di amministratore in Sardegna, i rischi che si corrono, i prezzi che si pagano. Si è creato, nel tempo, un clima infame per chi amministra per il quale, ormai, atti di questo tipo sono la norma, non più un’eccezione e possono arrivare da qualunque lato. Come Anci Sardegna ci sembra che sia inutile appellarci al Governo, al Ministro dell’interno: lo abbiamo fatto tante volte, sempre inutilmente. Il prossimo anno ci sarà, in Sardegna, una tornata amministrativa importante dal punto di vista numerico. Chi si candida sa che questa delle intimidazioni sarà una delle “possibilità” dell’amministrare: stretti da un lato dai violenti e dall’altro da uno Stato che ha considerato e considera i Comuni e i Sindaci un “fastidio”. Altro da dire non ho. Se non un fraterno abbraccio a Matteo che ho già sentito via whatsapp e che sentirò telefonicamente nelle prossime ore”.